Dal 10 ottobre in Italia sarà avviata la sperimentazione del vuoto a rendere, pratica diffusa in molti paesi europei e comune anche in Italia fino agli anni '80. Non riguarderà i punti vendita alimentari, ma solo gli esercizi pubblici, dove si potranno restituire i contenitori di birra e acqua minerale in vetro, alluminio o plastica compresi tra 0.2 e 1.5 litri. Resta incomprensibile perché le altre bibite e i succhi non siano compresi, o almeno così pare.
La fase sperimentale durerà un anno e l'adesione degli esercenti è solo volontaria. Il rimborso varia da cinque a trenta centesimi a seconda delle dimensioni del contenitore, che può anche essere acquistato in un altro esercizio. Il decreto è stato pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale (testo).
Certo, è solo un piccolo passo avanti. La sperimentazione dovrebbe servire a valutare l'opportunità di estendere l'iniziativa anche alla distribuzione alimentare. In altri paesi europei viene applicata una cauzione alla vendita, che ovviamente stimola il riciclo.
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