martedì 3 ottobre 2017

Quel poveraccio di Marchionne, un fossile

Oggi Sergio Marchionne, con l'immancabile maglioncino, ha ricevuto la laurea honoris causa dall'università di Trento. Nel suo discorso di accettazione (c.d. lectio magistralis) si è scagliato contro le auto elettriche, settore dove FCA è in netto ritardo rispetto a competitor globali come Toyota, BMW, Nissan-Renault, Daimler, Volkswagen. Per non parlare di Tesla.
"Prima di pensare che i veicoli elettrici siano la soluzione, dobbiamo considerare tutto il ciclo di vita di queste vetture, infatti le emissioni di un'auto elettrica, quando l'energia è prodotta da combustibili fossili, sono equivalenti a quelli di un altro tipo di auto". In questo senso, le auto elettriche sono «un'arma a doppio taglio» ha detto Marchionne.
I dati 2016 di Terna dicono che in Italia il 34.6% dell'energia, quindi oltre un terzo, viene da fonti rinnovabili. Inutile dire che la percentuale di energia rinnovabile è in costante ascesa. Quindi già oggi un'auto elettrica in Italia ha una intensità energetica molto migliore di un'auto a idrocarburi. E nel tempo, con l'aumento delle rinnovabili e l'efficienza sempre migliore delle batterie, le emissioni caleranno ulteriormente.
Ci sono decine di studi che dimostrano come il ciclo di vita dei veicoli elettrici sia già oggi causa di emissioni di CO2 molto più basse delle vetture con motorizzazioni tradizionali. Inoltre le emissioni causate dalla produzione delle batterie, che rappresentano la prima causa di inquinamento per i veicoli elettrici, sono in rapida diminuzione non solo perché è in aumento l'energia prodotta da fonti rinnovabili, ma perché la rapida crescita della produzione di accumulatori riduce l'energia necessaria  per singola unità e perché gran parte della CO2 dei processi di fabbricazioner viene bilanciata da quella che si recupera nel riciclo delle batterie, che sta diventando sempre più efficiente e produttivo. Lo confermano anche testate divulgative come Focus.
Il neolaureato Marchionne, ovviamente, lo sa bene. Ma non vuole dirlo, perche FCA è terribilmente in ritardo sulla mobilità elettrica ed è ormai tra gli ultimi produttori a non avere in catagolo un vero modello di massa elettrico o ibrido.

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