Oggi gli Stati Uniti, seguiti da Israele, hanno annunciato la volontà di abbandonare UNESCO, l'agenzia delle Nazioni Unite per l'istruzione e la cultura. La motivazione è politica e sarebbe causata dal boicottaggio di UNESCO nei confronti di Israele.
L'annuncio arriva mentre UNESCO, che ha sede a Parigi, sta decidendo il nuovo direttore generale, che succederà alla bulgara Irina Bokova. Le elezioni sono a scrutinio segreto e per ora i candidati più votati sono Hamad bin Abdulaziz al-Kawari del Qatar e Audrey Azoulay della Francia, ambedue già ministri della cultura nel proprio paese. Terzo è l'egiziano Moushira Khattab.
In realtà gli Stati Uniti non finanziano l'UNESCO dal 2011, quando l'agenzia approvò l'ingresso della Palestina. Da qui ebbero inizio anche gli attriti con Israele, accentuati da una risoluzione del 2015 di UNESCO che stigmatizzava l'occupazione da parte di Israele di Gerusalemme est e la gestione della Spianata delle Moschee. Lo scorso luglio UNESCO ha dichiarato sito patrimonio dell'umanità il centro storico di Hebron, nella Palestina occupata da Israele. Anche in questo caso Israele ha reagito con grande ostilità.
La decisione americana era nell'aria, ma sorprende la scelta di annunciarla mentre sono in corso le votazioni per eleggere il nuovo segretario generale dell'agenzia. La stessa direttrice Irina Bokova ha diffuso una dichiarazione ufficiale nella quale esprime "profondo rammarico" per la decisione presa dall'amministrazione Trump.
L'annuncio arriva mentre UNESCO, che ha sede a Parigi, sta decidendo il nuovo direttore generale, che succederà alla bulgara Irina Bokova. Le elezioni sono a scrutinio segreto e per ora i candidati più votati sono Hamad bin Abdulaziz al-Kawari del Qatar e Audrey Azoulay della Francia, ambedue già ministri della cultura nel proprio paese. Terzo è l'egiziano Moushira Khattab.
In realtà gli Stati Uniti non finanziano l'UNESCO dal 2011, quando l'agenzia approvò l'ingresso della Palestina. Da qui ebbero inizio anche gli attriti con Israele, accentuati da una risoluzione del 2015 di UNESCO che stigmatizzava l'occupazione da parte di Israele di Gerusalemme est e la gestione della Spianata delle Moschee. Lo scorso luglio UNESCO ha dichiarato sito patrimonio dell'umanità il centro storico di Hebron, nella Palestina occupata da Israele. Anche in questo caso Israele ha reagito con grande ostilità.
La decisione americana era nell'aria, ma sorprende la scelta di annunciarla mentre sono in corso le votazioni per eleggere il nuovo segretario generale dell'agenzia. La stessa direttrice Irina Bokova ha diffuso una dichiarazione ufficiale nella quale esprime "profondo rammarico" per la decisione presa dall'amministrazione Trump.
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