giovedì 22 novembre 2018

Qualcuno vuole privatizzare le spiagge italiane

Tra le migliaia di emendamenti al decreto fiscale ce ne sono alcuni che riguardano la spinosa questione delle concessioni demaniali delle spiagge, messe in discussione dalla cosiddetta Bolkestein, la direttiva europea che impone la messa a gara delle concessioni e blocca la loro proroga. Se ne sono accorti i Verdi italiani che hanno denunciato due emendamenti identici proposti dal senatore novarese Martelli (ex M5S, ora gruppo misto) e dal gruppo di Forza Italia. Come spiega Angelo Bonelli "gli emendamenti prevedono ai sensi dell'art.35 del Codice della navigazione, la sdemanializzazione delle strutture turistiche ricettive e balneari che insistono sul demanio marittimo, applicando poi la procedura di vendita ai privati ai sensi dell'articolo 3 della legge 410/2011. In questo modo gli stabilimenti balneari potranno essere venduti, considerando anche gli investimenti fatti negli anni dai titolari della concessione, ed essere così acquistati a prezzi di saldo".
Un altro emendamento a firma del senatore leghista Montani recita: "I termini di durata delle concessioni di beni demaniali marittimi lacuali e fluviali con finalità turistico-ricreative, ad uso pesca, acquacoltura ed attività produttive ad essa connesse, e sportive, nonché quelli destinati a porti turistici, approdi e punti di ormeggio dedicati alla nautica da diporto, siti su aree colpite o distrutte dagli eventi atmosferici incorsi nei mesi di ottobre e novembre del 2018, sono prorogati sino al 31 dicembre 2045". Un altro modo per aggirare la direttiva Bolkestein in tutte le aree "colpite dagli eventi atmosferici". Ma quali sono? Tra ottobre e novembre il maltempo ha fatto danni ovunque.
Anche il sindacato dei balneari affiliato a Confcommercio ha presentato dieci richieste che hanno trovato sponde in parlamento e si sono trasformate in 21 emendamenti al decreto fiscale. Gli emendamenti, che riguardavano tra le altre cose la sdemanializzazione delle spiagge, la proroga delle concessioni a 50 anni e l'esclusione dalla direttiva Bolkestein, sono stati però rinviati e non verranno discussi.
La direttiva Bolkestein, approvata nel 2006, ebbe un percorso legislativo travagliato anche in Europa e fu approvata dopo molti compromessi. In generale è un documento innovativo e utile, perché facilità l'attività imprenditoriale all'interno dell'Unione Europea, eliminando le barriere nazionali. Ma un punto è delicatissimo: la direttiva comprende l'obbligo di mettere al bando le concessioni in scadenza di spazi pubblici e beni demaniali.
Il governo italiano ha recepito la Bolkestein nel 2010, prevedendo però proroghe per le concessioni in scadenza. Ma la Corte di Giustizia Europea nel 2016 ha dichiarato illegittima la proroga italiana. Il parlamento ha risposto con un atto che garantiva la durata delle concessioni fino al "riordino della materia". Ulteriori provvedimenti, ultimo un emendamento inserito nella legge di bilancio 2018 del governo Gentiloni, hanno prolungato i tempi di proroga fino al 2020.

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