Inizia domani a Madrid la COP25, l'annuale conferenza delle Nazioni Unite sul clima. Una edizione dall'organizzazione particolarmente complicata. La rotazione geografica aveva assegnato la COP del 2019 all'America del sud e nel settembre 2018 il Brasile si era candidato ad ospitarla. Ma il nuovo presidente Bolsonaro, eletto un mese dopo l'assegnazione da parte dell'IPCCC, aveva rinunciato. Si era allora fatto avanti il Cile, che a sua volta lo scorso 30 ottobre ha fatto un passo indietro fa a causa della grave situazione sociale del paese. Alla fine la COP 25 manterrà la presidenza cilena ma si svolgerà a Madrid, in Spagna. A presiederla sarà Carolina Schmidt Zaldivar, ministro dell'ambiente del Cile.
Il cambio di sede a solo un mese dall'inizio della conferenza ha complicato molto le cose, e non solo sul piano logistico. Le aspettative di una COP di alto profilo si sono abbassate e la presenza dei grandi leader mondiali sembra improbabile, anche se la nuova presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen sarà presente alla sessione di apertura.
A Madrid dovranno essere definite le ultime questioni tecniche sull'attuazione dell'Accordo di Parigi, che entrerà in vigore nel 2020. Il punto principale da risolvere è l'articolo 6 dell'accordo, che riguarda il trasferimento internazionale dei risultati delle azioni di mitigazione. In pratica una nazione può intraprendere progetti di riduzione delle emissioni in un altro paese e includere i risultati ottenuti nel proprio conteggio nazionale. Allo stesso tempo una nazione che abbia già raggiunto i propri obiettivi (di riduzione delle emissioni, ma anche di riforestazione o i risultati di altre azioni virtuose) previsti dall'Accordo di Parigi potrà vendere l'eccedenza a un altro paese. Tutto questo si applica non solo agli accordi bilaterali tra nazioni, ma anche ad iniziative intraprese dal settore privato.
L'articolo 6 è rimasto l'ultimo problema irrisolto dopo la COP24 di Katowice del 2018. Anche i negoziati estivi che hanno preceduto la COP25 non hanno registrato progressi significativi, anzi. L'ultima bozza di accordo è un documento di oltre 40 pagine con 672 frasi ancora comprese tra parentesi quadre (brackets), ovvero non concordate.
Le altre questioni sul tappeto restano essenzialmente nell'ambito finanziario, a partire dal fondo annuale di 100 miliardi di dollari previsto per contribuire alle azioni di mitigazione nei paesi meno sviluppati, che dovrebbe essere operativo dal 2020. Come sempre Sostenibilitalia seguirà i lavori della COP25 e informerà sui progressi dei negoziati con aggiornamenti quotidiani.
Il cambio di sede a solo un mese dall'inizio della conferenza ha complicato molto le cose, e non solo sul piano logistico. Le aspettative di una COP di alto profilo si sono abbassate e la presenza dei grandi leader mondiali sembra improbabile, anche se la nuova presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen sarà presente alla sessione di apertura.
A Madrid dovranno essere definite le ultime questioni tecniche sull'attuazione dell'Accordo di Parigi, che entrerà in vigore nel 2020. Il punto principale da risolvere è l'articolo 6 dell'accordo, che riguarda il trasferimento internazionale dei risultati delle azioni di mitigazione. In pratica una nazione può intraprendere progetti di riduzione delle emissioni in un altro paese e includere i risultati ottenuti nel proprio conteggio nazionale. Allo stesso tempo una nazione che abbia già raggiunto i propri obiettivi (di riduzione delle emissioni, ma anche di riforestazione o i risultati di altre azioni virtuose) previsti dall'Accordo di Parigi potrà vendere l'eccedenza a un altro paese. Tutto questo si applica non solo agli accordi bilaterali tra nazioni, ma anche ad iniziative intraprese dal settore privato.
L'articolo 6 è rimasto l'ultimo problema irrisolto dopo la COP24 di Katowice del 2018. Anche i negoziati estivi che hanno preceduto la COP25 non hanno registrato progressi significativi, anzi. L'ultima bozza di accordo è un documento di oltre 40 pagine con 672 frasi ancora comprese tra parentesi quadre (brackets), ovvero non concordate.
Le altre questioni sul tappeto restano essenzialmente nell'ambito finanziario, a partire dal fondo annuale di 100 miliardi di dollari previsto per contribuire alle azioni di mitigazione nei paesi meno sviluppati, che dovrebbe essere operativo dal 2020. Come sempre Sostenibilitalia seguirà i lavori della COP25 e informerà sui progressi dei negoziati con aggiornamenti quotidiani.
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