mercoledì 29 giugno 2016
Frasi Famose di V. Raggi [1]
Grazie alle persone come #BudSpencer il bene vince sempre sul male. pic.twitter.com/ZQBrojK3Ql— Virginia Raggi (@virginiaraggi) June 29, 2016
martedì 28 giugno 2016
Christiana Figueres si candida a Segretario Generale ONU
Le voci sono sempre più insistenti e sembrano confermare che Christiana Figueres, segretario uscente di UNFCCC, si candiderà a Segretario Generale delle Nazioni Unite. Figueres lascerà la carica a UNFCCC il mese prossimo, dopo sei anni. Costaricana, compirà 60 anni il prossimo 7 agosto. Viene da una famiglia agiata e di lunga tradizione politica: suo padre José Figueres Ferrer è stato eletto per tre volte presidente del Costarica.
Il mandato di Ban Ki-moom scade il prossimo dicembre e finora sono state presentate 11 candidature per la sua successione. La dodicesima dovrebbe essere Figueres, che secondo i ben informati farà l'annuncio ufficiale il 7 luglio.
Secondo la "turnazione continentale" questa volta la carica di Segretario ONU dovrebbe toccare all'Europa dell'Est, ma la situazione difficile tra Russia e Ucraina e il passaggio di molti paesi dall'orbita russa all'Unione Europea rendono complicata la scelta. Sembra invece quasi scontato che per la prima volta nella storia delle Nazioni Unite toccherà a una donna. Un mese fa si era candidata anche l'argentina Susana Malcorra (62), mentre a molti non dispiace la neozelandese Helen Clark (66).
Sostenibilitalia si era già occupato della selezione, che per la prima volta sarà con candidature dichiarate e non con intrighi di corridoio, in un post di un paio di mesi fa.
Il mandato di Ban Ki-moom scade il prossimo dicembre e finora sono state presentate 11 candidature per la sua successione. La dodicesima dovrebbe essere Figueres, che secondo i ben informati farà l'annuncio ufficiale il 7 luglio.
Secondo la "turnazione continentale" questa volta la carica di Segretario ONU dovrebbe toccare all'Europa dell'Est, ma la situazione difficile tra Russia e Ucraina e il passaggio di molti paesi dall'orbita russa all'Unione Europea rendono complicata la scelta. Sembra invece quasi scontato che per la prima volta nella storia delle Nazioni Unite toccherà a una donna. Un mese fa si era candidata anche l'argentina Susana Malcorra (62), mentre a molti non dispiace la neozelandese Helen Clark (66).
Sostenibilitalia si era già occupato della selezione, che per la prima volta sarà con candidature dichiarate e non con intrighi di corridoio, in un post di un paio di mesi fa.
Farage insulta Di Maio
"Now, I know that virtually none of you have ever done a proper job in
your lives or worked in business or worked in trade or indeed ever
created a job. But listen, just listen." Nigel Farage risponde così alle risate che si alzano nel Parlamento Europeo durante il suo intervento. "Mi rendo conto che praticamente nessuno di voi ha mai avuto un vero lavoro nella sua vita" - Dice.
Farage, che come capogruppo a Bruxelles rappresenta anche il M5S, ha accusato i parlamentari europei di essere come Luigi Di Maio.
Farage, che come capogruppo a Bruxelles rappresenta anche il M5S, ha accusato i parlamentari europei di essere come Luigi Di Maio.
lunedì 27 giugno 2016
In Europa si continuerà a parlare inglese
La permanenza dell'inglese, con buona pace della Francia e del blocco tedesco Germania-Austria, era già preconizzata in un pezzo dell'Economist pubblicato lo scorso aprile, quando la Brexit sembrava un'opzione abbastanza remota.
Le vongole e l'Europa, ci siamo quasi
All'unanimità gli Stati Ue hanno dato il primo via libera alla proposta di ridurre la taglia minima per pesca vongole— Marco Zatterin (@straneuropa) June 27, 2016
Ecco fatto. @LaStampa
domenica 26 giugno 2016
Il modello spagnolo
La Spagna ha votato di nuovo e, sei mesi dopo, sostanzialmente non è cambiato nulla, eccetto che il PPE si è ripreso i seggi che aveva ceduto a Ciudadanos. Non c'è una maggioranza, Podemos che puntava al sorpasso resta lontana dal Partito Socialista malgrado l'alleanza tattica con la sinistra storica (o forse proprio per quello), i Popolari si confermano largamente maggioranza relativa ma non sono in grado di fare un governo. Tantomeno i socialisti e Podemos.
Ricordiamoci che, quando in Italia il dibattito sulla nuova legge elettorale era aperto, molti proponevano il "modello spagnolo", che produce questi risultati.
Quelo che colpisce noi italiani è che solo due ore dopo la chiusura dei seggi i voti scrutinati sono oltre l'ottanta per cento.
Ricordiamoci che, quando in Italia il dibattito sulla nuova legge elettorale era aperto, molti proponevano il "modello spagnolo", che produce questi risultati.
Quelo che colpisce noi italiani è che solo due ore dopo la chiusura dei seggi i voti scrutinati sono oltre l'ottanta per cento.
Gli animali più pericolosi del mondo? La zanzara e l'uomo
#SharkWeek— Conrad Hackett (@conradhackett) June 26, 2016
People killed annually by
Sharks 10
Snails 10,000
Snakes 50,000
People 475,000
Mosquitoes 725,000 pic.twitter.com/rkxVLSNaau
E l'Europa ride dei "rifugiati britannici"
Poi sono arrivate altre immagini divertenti. Quella sotto è sempre da Twitter.
sabato 25 giugno 2016
L'Europa e la gerontocrazia, un tema su cui riflettere
L'esito del referendum sulla Brexit ha portato in evidenza il problema generazionale che vive un continente gerontocratico come l'Europa, dove l'età media è oltre i 40 anni. In Europa l'Italia è prima con più di 44 anni di età media, a livello mondiale superata solo dal Giappone.
La questione mi appassiona da tempo, perché lasciare le decisioni in mano agli anziani può essere molto rischioso. Ne parlavo anche ieri in un post qui su Sostenibilitalia. Ad esempio quando si chiedono sacrifici economici, o quando si prendono decisioni a lunga scadenza come nel caso della lotta ai cambiamenti climatici. Difficile coinvolgere un settantenne sul fatto che la temperatura globale nel 2050 non deve alzarsi più di tanto: lui non ci sarà più. A lui interessa la propria sicurezza economica, è martellato dall'informazione allarmistica sull'immigrazione e la violenza, ha paura di perdere quello che ha.
Quando ho occasione pongo questo problema nei dibattiti e nelle occasioni pubbliche in cui ho l'opportunità di intervenire. Lo faccio anche in questa intervista TV in Polonia, girata un paio di mesi fa a Cracovia. Premendo questo link il video inizia proprio al momento in cui parlo di gerontocrazia. Qui sotto la clip con l'intervista completa.
La questione mi appassiona da tempo, perché lasciare le decisioni in mano agli anziani può essere molto rischioso. Ne parlavo anche ieri in un post qui su Sostenibilitalia. Ad esempio quando si chiedono sacrifici economici, o quando si prendono decisioni a lunga scadenza come nel caso della lotta ai cambiamenti climatici. Difficile coinvolgere un settantenne sul fatto che la temperatura globale nel 2050 non deve alzarsi più di tanto: lui non ci sarà più. A lui interessa la propria sicurezza economica, è martellato dall'informazione allarmistica sull'immigrazione e la violenza, ha paura di perdere quello che ha.
Quando ho occasione pongo questo problema nei dibattiti e nelle occasioni pubbliche in cui ho l'opportunità di intervenire. Lo faccio anche in questa intervista TV in Polonia, girata un paio di mesi fa a Cracovia. Premendo questo link il video inizia proprio al momento in cui parlo di gerontocrazia. Qui sotto la clip con l'intervista completa.
venerdì 24 giugno 2016
Bernie Worrell, 1944 - 2016
Bernie Worrell, tastierista di Parliament-Funkadelik e membro ombra di Talking Heads, è morto ieri per un tumore al polmone. Parliament-Funkadelic non riuscirono mai ad avere un successo commerciale, ma la loro musica ha influenzato pesantemente la scena soul anni degli anni 70 e 80, a cominciare da Prince. Il front man era George Clinton, ma Bernie Worrell tesseva trame allora incognite sperimentando le nuove tastiere elettroniche. Poi il lavoro con Talking Heads e le multiple collaborazioni con Bill Laswell, compreso un album con Fela Kuti.
Gerontodemocrazia
Leggo molto dibattito sul fatto che l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea sia stata decisa dal voto degli anziani, come sembrano determinare i sondaggi. Non è una sorpresa, l'Europa vive da tempo in una gerontocrazia. L'età media in Gran Bretagna è di 40.4 anni. Una delle più basse d'Europa, tra l'altro. In Italia siamo a 44.8, molto più vecchi. Questo significa che chi va a votare è in media molto anziano, perché fino a 18 anni non si vota. Se togliamo dall'età media gli under 18, chi ha diritto al voto in media avrà almeno 60 anni. Un altro dato consolidato è che i giovani sono molto meno affezionati al voto dei vecchi. Questo significa che l'età media del votante è ancora più alta. I rilevamenti dicono che gli under 24 britannici hanno votato per il 75% per restare in Europa, ma il loro peso è ridicolo rispetto ai "nonni".
Chi ha più di 60 anni, in Gran Bretagna ma ancora di più in Italia, visti i dati dell'età media, decide il destino non dei propri figli, ma dei propri nipoti. Un compito molto serio, su cui si dovrebbe riflettere. Purtroppo però prevale l'egoismo, la nostalgia, la paura di perdere le sicurezze. E poi succede come ieri in Gran Bretagna.
In Egitto l'età media è di 25.3 anni, in Giordania di 22, a Gaza di 20.2, in Eritrea di 19.3, in Afghanistan di 18.4, in Somalia di 17.8, in Mali di 16.1, in Niger di 15.2. Poi nei filmati delle manifestazioni in piazza vediamo solo ragazzi, poi nei barconi vediamo solo ragazzi. Ovvio.
Chi ha più di 60 anni, in Gran Bretagna ma ancora di più in Italia, visti i dati dell'età media, decide il destino non dei propri figli, ma dei propri nipoti. Un compito molto serio, su cui si dovrebbe riflettere. Purtroppo però prevale l'egoismo, la nostalgia, la paura di perdere le sicurezze. E poi succede come ieri in Gran Bretagna.
In Egitto l'età media è di 25.3 anni, in Giordania di 22, a Gaza di 20.2, in Eritrea di 19.3, in Afghanistan di 18.4, in Somalia di 17.8, in Mali di 16.1, in Niger di 15.2. Poi nei filmati delle manifestazioni in piazza vediamo solo ragazzi, poi nei barconi vediamo solo ragazzi. Ovvio.
La presidente di turno 2017 della UE sarà la...Gran Bretagna
giovedì 23 giugno 2016
Negli USA ci sono più armi da fuoco che persone
Le ultime statistiche sul numero di armi da fuoco che circolano negli Stati Uniti sono del 2013. Allora si stima fossero 357 milioni, contro 317 milioni di abitanti. Nel 2013 la produzione di armi negli USA è stata di 10.9 milioni. [fonte Washington Post]
mercoledì 22 giugno 2016
In Africa c'è un'epidemia di febbre gialla
Manca solo il premio per l'assessore del mese
"Sindaco, assessori e consiglieri eletti sono tenuti ad operare in
sintonia con le indicazioni date dallo staff". Non basta: "Gli assessori
si dovranno dimettere se i garanti decidano per tale soluzione nel
superiore interesse della preservazione dell’integrità del M5s". Questo
riporta il Corriere.
Non è democrazia, è disciplina aziendale. Io metterei anche il premio per l'assessore del mese, stile McDonald's.
Non è democrazia, è disciplina aziendale. Io metterei anche il premio per l'assessore del mese, stile McDonald's.
martedì 21 giugno 2016
Una lezione speciale
Il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon spiega a una platea di studenti di quinta elementare perché la temperatura delle terra non deve aumentare più di due gradi.
We must limit global temperature rise to 2 degrees Celsius, Ban Ki-moon tells climate activist students #GlobalGoals pic.twitter.com/k7c2iFl1m5— Global Goals (@GlobalGoalsUN) June 21, 2016
Il giornalismo e le automobili, un mondo fatato
Sulla stampa ci sono i critici cinematografici, i critici musicali, i critici teatrali, i critici televisivi, i critici d'arte, i critici letterari, i critici hi-tech, i critici della moda. Si leggono recensioni sferzanti, giudizi a volte severissimi e tranchant.
Poi ci sono i giornalisti che si occupano di motori. Alzi la mano chi ha mai letto una recensione che dice "questa macchina è un cesso" o perlomeno "un auto che non vale il suo prezzo". Il mondo dei motori per la stampa è un paradiso dove è tutto bellissimo. Chissà come mai.
Poi ci sono i giornalisti che si occupano di motori. Alzi la mano chi ha mai letto una recensione che dice "questa macchina è un cesso" o perlomeno "un auto che non vale il suo prezzo". Il mondo dei motori per la stampa è un paradiso dove è tutto bellissimo. Chissà come mai.
Paolo Berdini è l'assessore all'urbanistica sbagliato per Roma
Berdini è un urbanista del secolo scorso, fermo sostenitore del primato della cosa pubblica nelle trasformazioni urbane. Nel'intervista a Repubblica conferma di essere convinto che "l'amministrazione comunale debba delineare il futuro della città." Al Corriere invece si dichiara uomo di sinistra "da sempre" ma alla domanda su chi sia stato il peggior sindaco di Roma risponde: "Walter Veltroni, senza dubbio. Col Piano regolatore del 2008, gli accordi di programma e le compensazioni, è esplosa la città."
Paolo Berdini pochi mesi fa ha fatto campagna elettorale alle primarie del centrosinistra come assessore in pectore di Mascia e Orso. Gianfranco Mascia poi arrivò sesto e ultimo con lo 0.76 per cento, ma Berdini non si è perso d'animo e ha trovato una nuova sponda nell'universo grillista.
Il sito Roma Fa Schifo, populista ma attento e ben documentato, ha ritrovato dichiarazioni in cui Berdini dice che "Il treno ad Alta Velocità è stato uno scempio che ha cambiato il paese" e che "I No TAV sono preziosi". Secondo Berdini "I nuovi quartieri di grattacieli di Milano sono una vergogna urbanisatica scellerata", la Metro C di Roma non si deve fare, il nuovo stadio è una speculazione. Quanto alle olimpiadi, oggi dichiara a Repubblica che "bisogna capire se davvero questi Giochi rappresentino un futuro per Roma".
I maligni dicono che a Berdini il Piano Regolatore di Roma del 2008 non piace perché avrebbe voluto farlo lui, mentre la scelta ricadde sul team di progettisti coordinato da Giuseppe Campos Venuti e Federico Oliva. Di certo siamo in un epoca di cambiamenti, di trasformazioni urbane rapide e difficilmente governabili (premesso che prevederle, il sogno degli urbanisti del '900, è ormai impossibile). L'urbanistica di Berdini in questo quadro sembra inesorabilmente passé, non solo sotto il profilo ideologico centralista e burocratico, ma per i tempi e le limitazioni che pone alle iniziative, sia pubbliche che private.
Le città degli anni '10 sono macchine complesse e velocissime, nel loro sviluppo vanno assecondate e non represse, privilegiando l'interesse pubblico con la necessaria alleanza con i settori privati. Il che non significa fare accordi con i "palazzinari", razza in via di estinzione, ma considerare in una sorta di "valutazione di sostenibilità urbana" le ricadute delle trasformazioni urbane in termini economici, sociali e ambientali. Le interazioni necessarie vanno dalla cultura ai servizi sociali, dallo sport al commercio, dall'edilizia popolare alle reti virtuali. Senza dimenticare il nodo centrale della mobilità.
Paolo Berdini, con il suo anacronistico massimalismo e la sua visione novecentesca non sembra una figura adatta a svolgere un ruolo così complesso e delicato. La città di Roma non è un saggio universitario, è un universo che pulsa, cambia e cresce. Virginia Raggi è stata consigliata male.
Michael Dumontier & Neil Farber
Michael Dumontier and Neil Farber pubblicano i loro lavori sul blog Personal Message. Questo "Errori Fatti" è del 20 giugno.
Altro che elezioni, diteci la verità sulla Clerici
Da quanto ho visto in edicola abbiamo un problema serio. Secondo Nuovo "Il nuovo amore cambia la vita della Clerici" Ha perso peso e ha ritrovato il sorriso, mai così felice. Secondo Diva e Donna invece "Il suo Adolfo l'ha già tradita" e ci sono le "foto shock che spezzano il cuore di Antonella Clerici". Ambedue i settimanali sono di Cairo Editore.
Quindi, per favore, smettiamo di parlare di stupidaggini tipo le elezioni, gli Europei di calcio e la Popolare di Vicenza e occupiamoci del problema. Propongo di istituire una commissione parlamentare per stabilire la verità, presieduta da Daniela Santanché.
Quindi, per favore, smettiamo di parlare di stupidaggini tipo le elezioni, gli Europei di calcio e la Popolare di Vicenza e occupiamoci del problema. Propongo di istituire una commissione parlamentare per stabilire la verità, presieduta da Daniela Santanché.
lunedì 20 giugno 2016
Gli Americani e le armi
La seduta di oggi del Senato americano vede all'ordine del giorno quattro diverse proposte di legge sul controllo della vendita delle armi, due presentate dai democratici e due dai repubblicani. Non sono rivoluzionarie, chiedono solo di bloccare la vendita di armi a sospetti terroristi e di verificare lo status di chi compra armi online o alle fiere. Saranno probabilmente tutte bocciate e il Washington Post spiega perché.
La casa di Psycho sul tetto del Met
domenica 19 giugno 2016
Il vero Partito della Nazione è il M5S
Le liste di Grillo raccolgono il consenso di tutti i Renzihaters, uno schieramento bipartisan disposto a tutto pur di indebolire il premier e il governo. Da Fassina a Salvini, da Civati a Gasparri, tutti hanno preferito le candidate grilliste nella logica del "tanto peggio, tanto meglio". Le prime dichiarazioni gioiose della destra svelano l'appoggio dei conservatori a Raggi e Appendino.
Naturalmente tutta questa gente in caso di elezioni politiche non voterebbe mai M5S, e sotto questo profilo è vero che il risultato ha solo valenza locale. Ma sul fronte brusco del secondo turno, quando la scelta è diretta, sono tutti contro Renzi e il PD. Ecco perché le elezioni di Roma e Torino sono la vitttoria del vero Partito della Nazione, il Movimento. Con la V minuscola, perché il vaffa non è nelle mie corde.
La democrazia e l'influenza dell'affluenza
A votare ci va chi è motivato. Inutile evocare l'astensione come elettorato potenziale. Molti cedono a questa tentazione, particolarmente a sinistra. E se la gente non va a votare avrà le sue ragioni, oppure meglio da fare, anche in una giornata come oggi in cui andare al mare non era facile.
Ricordo comunque che nel 2013 alle elezioni comunali di Los Angeles votò il 23 per cento e a quelle di New York il 26. E questa è la percentuale sugli eletttori registrati, non sull'elettorato totale, perché in America funziona così.
Il sindaco di Londra Sadiq Khan è stato elettto il mese scorso con il 45 per cento di affluenza. Dato straordinario, perché nel 2012 ai seggi delle comunali era andato solo il 38% degli elettori. Eppure nessuno aveva discusso il diritto di Boris Johnson di essere il sindaco della più grande metropoli dell'Europa occidentale.
Alla ricerca di Dory
Finding Dory, il sequel di Finding Nemo del 2003, è appena uscito in America e secondo le stime dovrebbe incassare 140 milioni di dollari entro domenica sera, al termine del primo weekend in cui è stato proiettato in 4.305 sale. Venerdì 17, primo giorno di uscita, ha incassato 55 milioni.
A parte la saga di Toy Sory i sequel dei film di animazione Pixar sono stati spesso deludenti, come nel caso di Cars 2 e Monsters University. Finding Dory sta avendo invece buone recensioni e qualcuno ha anche iniziato a proporre un Oscar per Ellen DeGeneres, l'attrice che dà la voce a Dory. Ma Hollywood non ha mai riconosciuto i doppiaggi come prestazioni da attore, quindi bisognerebbe istituire una nuova categoria per questo genere di performance, che con la diffusione dei film di animazione di qualità vedono sempre più attori famosi coinvolti. In Finding Dory la pesciolina che soffre di amnesie è alla ricerca dei suoi genitori e la voce di sua madre è quella di Diane Keaton.
Un sequel che esce tredici anni dopo dimostra come il cinema di animazione ormai non sia più solo roba per bambini. Anzi, i bambini di tredici anni fa probabilmente snobberanno il secondo episodio, a differenza dei loro genitori.
Alla Ricerca di Dory uscirà nelle sale italiane il 14 settembre.
A parte la saga di Toy Sory i sequel dei film di animazione Pixar sono stati spesso deludenti, come nel caso di Cars 2 e Monsters University. Finding Dory sta avendo invece buone recensioni e qualcuno ha anche iniziato a proporre un Oscar per Ellen DeGeneres, l'attrice che dà la voce a Dory. Ma Hollywood non ha mai riconosciuto i doppiaggi come prestazioni da attore, quindi bisognerebbe istituire una nuova categoria per questo genere di performance, che con la diffusione dei film di animazione di qualità vedono sempre più attori famosi coinvolti. In Finding Dory la pesciolina che soffre di amnesie è alla ricerca dei suoi genitori e la voce di sua madre è quella di Diane Keaton.
Un sequel che esce tredici anni dopo dimostra come il cinema di animazione ormai non sia più solo roba per bambini. Anzi, i bambini di tredici anni fa probabilmente snobberanno il secondo episodio, a differenza dei loro genitori.
Alla Ricerca di Dory uscirà nelle sale italiane il 14 settembre.
sabato 18 giugno 2016
venerdì 17 giugno 2016
Lorenza Baroncelli. Non la conosco, ma mi piace
La Giornata Mondiale Contro la Desertificazione
Oggi, 17 giugno, è la Giornata Mondiale Contro la Desertificazione e la Siccità, proclamata da una risoluzione delle Nazioni Unite nel 1994.
Il viveur Yanis, appena sceso dalla moto
Chuffed to have met Elif at Dalkey. Looking forward to our joint appearance later this morning & a long friendship. pic.twitter.com/wwyalFw4Aw— Yanis Varoufakis (@yanisvaroufakis) June 17, 2016
La guerra delle vongole forse è finita
Le vongole crescono di un millimetro al mese, ma i cambiamenti climatici e l'aumento delle precipitazioni hanno ridotto la salinità dell'Adriatico, bloccando in pratica la crescita a 22 mm. Da qui le insistenze dell'Italia che, tramite il sottosegretario alle politiche agricole Giuseppe Castiglione, ha intavolato un lungo negoziato con il Commissario Europeo alla Pesca Karmenu Vella, maltese, portando anche solide basi scientifiche che certificano la mancata crescita dei bivalvi.
La formalizzazione del nuovo limite di 22 millimetri sarebbe provvisoria, tre anni a partire dal 2017, e dovrebbe essere ratificata il prossimo 27 giugno.
Sostenibilitalia a Cracovia
Il clip con il wrap up del Congresso delle Autorità Locali di Cracovia 2016
giovedì 16 giugno 2016
Per Raggi non esiste il codice degli appalti
Delle tante stupidaggini dette ieri da Raggi nel confronto con Giachetti questa è una delle più esilaranti. Trascrivo testualmente: "A Roma possono lavorare tantissime ditte. Dobbiamo evitare di dare appalti solo a grandi ditte, perché altrimenti le imprese non ripartono. Roma ha un tessuto economico basato sulle piccole e medie imprese e noi è lì che dobbiamo andare, ad assicurare la possibilità di svolgere un lavoro vero".
Quindi si danno appalti a pioggia alle piccole imprese locali, alla faccia delle regole del codice degli appalti, delle gare aperte a chiunque abbia i requisiti, da Aosta a Trapani, e delle migliori offerte economiche. E fortuna che questa farebbe l'avvocato.
Quindi si danno appalti a pioggia alle piccole imprese locali, alla faccia delle regole del codice degli appalti, delle gare aperte a chiunque abbia i requisiti, da Aosta a Trapani, e delle migliori offerte economiche. E fortuna che questa farebbe l'avvocato.
mercoledì 15 giugno 2016
Alligatore mangia bambino, e non è un film
Perché prendere casa se c'è Airbnb?
David Roberts e Elaine Kuok hanno deciso di andare a vivere a New York. Non avevano le idee chiare su quale quartiere scegliere, così si sono affidati a Airbnb e a sistemazioni provvisorie. Ogni mese cambiano casa, portandosi dietro tre valigie con le loro cose. E continuano ad andare avanti così. La storia la racconta il Guardian.
L'Unione Europea e l'Accordo di Parigi sul clima
L'Unione Europea ha sollecitato i 28 stati membri ad accelerare la ratifica dell'Accordo di Parigi sul clima. Per entrare in vigore l'accordo deve essere ratificato da almeno 55 paesi che sommino il 55 per cento delle emissioni di gas serra, come era accaduto per il Protocollo di Kyoto.
In Europa finora solo l'Ungheria aveva ratificato l'accordo e oggi lo ha fatto anche la Francia, diventando il primo paese del G7 che formalizza il proprio impegno.
Il tema è nell'agenda del prossimo incontro dei ministri dell'ambiente dei 28 paesi UE, in programma a Lussemburgo lunedì 20 giugno. E' prevista una dichiatrazione congiunta.
In Europa finora solo l'Ungheria aveva ratificato l'accordo e oggi lo ha fatto anche la Francia, diventando il primo paese del G7 che formalizza il proprio impegno.
Il tema è nell'agenda del prossimo incontro dei ministri dell'ambiente dei 28 paesi UE, in programma a Lussemburgo lunedì 20 giugno. E' prevista una dichiatrazione congiunta.
martedì 14 giugno 2016
Il killer di Orlando era gay, riscrivere i commenti
Omar Mateen, il killer di Orlando, era gay e frequentava abitualmente il locale dove ha fatto la strage. Sociologi, psicologi e tuttologi premano ctrl+alt+canc e riscrivano i commenti.
Miya Ando e l'arte del metallo
Miya Ando è per metà giapponese e per metà russo-americana. Per sedici generazioni i suoi avi giapponesi sono stati mastri di spada Bizen, da cui la passione di Miya per le superfici metalliche. Il 9 giugno si è inaugurata una sua personale alla galleria Sundaram Tagore di Chelsea, a New York, aperta fino al 9 luglio. Il titolo della mostra è The Nature of Perception.
Pippo Civati, che brutta fine
In una intervista pubblicata ieri sul sito di Repubblica Pippo Civati dice, parlando in prima persona plurale, che ai ballottaggi "diamo libera scelta". E' la triste constatazione della deriva di un personaggio che solo pochi anni fa sembrava una delle novità più interessanti della scena politica italiana. Eletto in parlamento con il PD, candidatosi alla segreteria nazionale arrivando terzo e ultimo, Pippo è uscito dal partito nel 2014 e ha fondato un suo movimento antagonista. Uno dei principi fondanti del gruppetto di adepti è "mai con il PD". Infatti Possibile, cosi si chiama il fan club di Civati, nelle città dove è presente ha appoggiato candidati alternativi, quasi sempre in tandem con Rifondazione Comunista, che - diciamolo - non è esattamente un progetto politico freschissimo.
A parte Napoli, dove Civati si è speso per De Magistris, è andata male praticamente dappertutto. A volte malissimo come a Torino, dove Possibile presentava una lista a sostegno di Giorgio Airaudo e ha raccolto un imbarazzante 0.62 per cento, le famose percentuali da prefisso telefonico.
Civati, da giovane brillante consigliere regionale lombardo, si era affacciato alla scena politica nazionale con un blog arguto e molto seguito, poi aveva appoggiato Ignazio Marino alle primarie per la segreteria nazionale, quindi si era unito a Matteo Renzi per la prima Leopolda. Da allora è iniziato il percorso di opposizione, prima a capo della minoranza della minoranza (non è una ripetizione) all'interno del PD, poi maturando la scelta di andarsene per fondare una propria formazione, di cui ovviamente è il segretario e ideologo.
Le proposte del primo Civati erano interessanti e stimolavano una partecipazione attiva ai suoi incontri. Lo avevano seguito in molti, compreso chi scrive. Con il passare del tempo quasi tutti lo hanno abbandonato, compreso ancora una volta chi scrive. E chi non resta nel fan club viene immediatamente ostracizzato. Filippo Taddei, una volta portato in palmo di mano come economista civatiano di riferimento, è passato nella lista nera appena ha accettato l'incarico di responsabile economico del PD. Massimo Zedda, prima osannato sindaco vendoliano di Cagliari, ha subìto la fatwa quando ha dichiarato di volersi ricandidare in coalizione con il PD (e ha vinto al primo turno). Carlo Monguzzi, prima collega di Pippo in regione Lombardia poi consigliere comunale di riferimento a Milano, non viene più nominato perché si è ricandidato con il PD. E cosi via.
Il giorno dopo le elezioni europee Civati, allora ancora nel PD, esultava dicendo "abbiamo eletto quattro europarlamentari". Solo che poi tre di questi hanno coerentemente mantenuto il PD come riferimento, e anche loro sono stati depennati per sempre.
Con Civati resta un gruppo di agguerriti e fedelissimi fan, molto attivi sui social ma quasi invisibili nella vita reale: la pasionaria europarlamentare di Bologna, la pasionaria deputata che vive dalle mie parti, l'iracondo coordinatore politico del fan club e qualche altro affezionatissimo. Costoro manifestano quotidianamente la loro dedizione ripostando compulsivamente ogni dichiarazione o intervista del segretario. Ognuno sceglie le proprie passioni.
Ma quando Pippo scrive "diamo libera scelta" dimostra ancora una volta il suo livore, il revanscismo infantile, la mancanza di lucidità. Perché uno che non vota in Parlamento la legge sulle unioni civili dicendo che "non è abbastanza" non può lasciare libera scelta quando ai ballottaggi ci sono candidati omofobi o xenofobi come a Trieste o a Bologna. Perché quando a Milano Parisi difende la "famiglia naturale" dicendo che Pisapia ha "favorito i diversi" non si può non scegliere Sala. Perché non si possono tollerare candidate grilliste come Appendino e Raggi che sui diritti civili non aprono bocca, per non perdere i voti della destra conservatrice.
Sempre che uno abbia dei principi, degli ideali. Purtroppo, a quanto pare, Pippo Civati ormai coltiva solo rancori.
A parte Napoli, dove Civati si è speso per De Magistris, è andata male praticamente dappertutto. A volte malissimo come a Torino, dove Possibile presentava una lista a sostegno di Giorgio Airaudo e ha raccolto un imbarazzante 0.62 per cento, le famose percentuali da prefisso telefonico.
Civati, da giovane brillante consigliere regionale lombardo, si era affacciato alla scena politica nazionale con un blog arguto e molto seguito, poi aveva appoggiato Ignazio Marino alle primarie per la segreteria nazionale, quindi si era unito a Matteo Renzi per la prima Leopolda. Da allora è iniziato il percorso di opposizione, prima a capo della minoranza della minoranza (non è una ripetizione) all'interno del PD, poi maturando la scelta di andarsene per fondare una propria formazione, di cui ovviamente è il segretario e ideologo.
Le proposte del primo Civati erano interessanti e stimolavano una partecipazione attiva ai suoi incontri. Lo avevano seguito in molti, compreso chi scrive. Con il passare del tempo quasi tutti lo hanno abbandonato, compreso ancora una volta chi scrive. E chi non resta nel fan club viene immediatamente ostracizzato. Filippo Taddei, una volta portato in palmo di mano come economista civatiano di riferimento, è passato nella lista nera appena ha accettato l'incarico di responsabile economico del PD. Massimo Zedda, prima osannato sindaco vendoliano di Cagliari, ha subìto la fatwa quando ha dichiarato di volersi ricandidare in coalizione con il PD (e ha vinto al primo turno). Carlo Monguzzi, prima collega di Pippo in regione Lombardia poi consigliere comunale di riferimento a Milano, non viene più nominato perché si è ricandidato con il PD. E cosi via.
Il giorno dopo le elezioni europee Civati, allora ancora nel PD, esultava dicendo "abbiamo eletto quattro europarlamentari". Solo che poi tre di questi hanno coerentemente mantenuto il PD come riferimento, e anche loro sono stati depennati per sempre.
Con Civati resta un gruppo di agguerriti e fedelissimi fan, molto attivi sui social ma quasi invisibili nella vita reale: la pasionaria europarlamentare di Bologna, la pasionaria deputata che vive dalle mie parti, l'iracondo coordinatore politico del fan club e qualche altro affezionatissimo. Costoro manifestano quotidianamente la loro dedizione ripostando compulsivamente ogni dichiarazione o intervista del segretario. Ognuno sceglie le proprie passioni.
Ma quando Pippo scrive "diamo libera scelta" dimostra ancora una volta il suo livore, il revanscismo infantile, la mancanza di lucidità. Perché uno che non vota in Parlamento la legge sulle unioni civili dicendo che "non è abbastanza" non può lasciare libera scelta quando ai ballottaggi ci sono candidati omofobi o xenofobi come a Trieste o a Bologna. Perché quando a Milano Parisi difende la "famiglia naturale" dicendo che Pisapia ha "favorito i diversi" non si può non scegliere Sala. Perché non si possono tollerare candidate grilliste come Appendino e Raggi che sui diritti civili non aprono bocca, per non perdere i voti della destra conservatrice.
Sempre che uno abbia dei principi, degli ideali. Purtroppo, a quanto pare, Pippo Civati ormai coltiva solo rancori.
lunedì 13 giugno 2016
25 anni dopo
Share of world GDP (PPP).— The Int'l Spectator (@intlspectator) June 13, 2016
1991
Japan: 9%
Germany: 6.2%
Italy: 4.2%
China: 4.3%
2015
Japan: 4.3%
Germany: 3.3%
Italy: 1.9%
China: 17%
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