Su La Repubblica di oggi Francesco Rutelli ritorna sulle affermazioni fatte qualche giorno fa alla assemblea dei FAI, dove il ministro per i beni culturali aveva parlato di una "Italia dei geometri".
L'Italia è l'unico paese dove tecnici diplomati possono progettare e dirigere i lavori di costruzioni di "modesta entità". I risultati sono sotto gli occhi di tutti, specialmente nelle periferie urbane e nei paesi, nelle villette e nelle palazzine di periferia. Di solito il concetto di modesta entità viene interpretato con generosità, permettendo ai diplomati di arrivare almeno al terzo piano.
Secondo gli stessi geometri e alcuni loro sostenitori questo non sarebbe ancora abbastanza, vista la lunga lista di disegni di legge presentati in parlamento per ampliare le competenze dei geometri. Tra i primi firmatari di queste proposte, fino al suo pensionamento, il senatore marchigiano Londei. Per fortuna nessuno di questi testi si è trasformato in legge dello stato.
Nel frattempo onore a Rutelli che, rinunciando al consenso di una lobby potente come quella dei geometri, ha avuto il coraggio di sollevare il problema.
Poi ci sarebbe da discutere sul ruolo delle sovrintendenze, sui pesanti limiti del codice degli appalti, sulla reale capacità professionale degli architetti e sull'invadenza degli ingegneri civili.
Ne riparliamo presto, magari con qualche graditissimo contributo.
Guarda che spesso gli architetti sono molto meno preparati dei geometri. Non si può ragionare per categorie, i problemi del territorio dipendono dalle regole sbagliate, dalla difficoltà di dialogare con la pubblica amministrazione, dalle richieste della committenza.
RispondiEliminabasterebbe riconoscere le giuste professionalità a ognuno e cooperare per il bene comune...(utopia?) io non mi sostituirei mai a un ingegnere strutturista. Perchè i geometri ritengono di avere la preparazione degli architetti? Sono ottimi tecnici, ma il problema è che l'architettura non è solo tecnica, calcoli e rapporto costi benefici, è un ambito in cui entrano anche cultura, storia, sociologia,urbanistica, psicologia ambientale e qualità, cose che non credo si studino e maturino negli istituti per geometri e nella loro professione. Sembra ovvio e scontato detto così, ma evidentemente è bene ogni tanto ricordarlo a geometri, costruttori e committenti.
RispondiElimina