Molti mettono in discussione il modello della "conferenza globale" utilizzato per affrontare tematiche di questo livello, perchè costoso e poco efficace. Si critica anche questa transumanza di migliaia di persone intorno al pianeta per raggiungere le sedi designate. Al di là dell'apparenza essere in posti da cartolina non è sempre così piacevole, ma diventa quasi necessario per garantire ricettività e strutture di dimensioni adatte. Del resto anche gli industriali italiani si riuniscono a Capri o Cernobbio, mica a Frosinone o Cuneo.
A Bali il caldo umido non aiuta l'esercito dei delegati, che pure si fanno pazientemente un paio d'ore di coda sotto il sole per registrarsi (vedi foto), con il lieve conforto degli ombrelli dell'organizzazione.
Certo, per molti c'è il piacere di esserci. Per altri è solo una trasferta di lavoro. Per altri ancora una missione.
La stampa europea preferisce riferire sugli aspetti più pittoreschi, ma a Bali si respira un'aria da penultima spiaggia, tanto per citare D'Alema. Solo che qui la posta è molto più alta della fedeltà di Mastella. Non a caso l'accordo generico per definire la road map per il dopo Kyoto è stato raggiunto senza obiezioni all'inizio della conferenza anche se fino all'ultimo, ovvero venerdì sera, i negoziati per definirla andranno avanti.
Il protocollo di Kyoto, di cui qui si è celebrato un decennale non troppo festoso, scadrà nel 2012. Visti i tempi lunghi necessari alla ratifica dei singoli stati occorre definire un nuovo trattato velocemente, la road map punta alla COP 15 di Copenhagen 2009. Ed ecco il motivo per cui sono qui gli oltre duecento delegati degli enti locali, tra cui chi scrive: insistere ad ogni livello e su ogni tavolo di negoziazione perchè le città e i governi locali siano inseriti nel nuovo trattato a pieno titolo, con ruoli, risorse e obiettivi definiti.
Nessun commento:
Posta un commento