Lunedì 10 l'IPCC e Al Gore riceveranno ad Oslo il Nobel per la pace. Per la verità la scelta di abbinare pace e lotta ai cambiamenti climatici non è piaciuta a tutti, particolarmente ai conservatori americani. Il giorno seguente all'annuncio del Nobel per Gore il Wall Street Journal ha pubblicato un editoriale in cui il nome di Gore non veniva mai citato, ma in compenso si faceva una lunga lista di personaggi che avrebbero meritato il premio più di lui.
Nel 1992 George Bush padre chiamava con scherno Al Gore "il Signor Ozono", ma tre anni dopo gli scienziati che avevano scoperto il buco dell'ozono vinsero il Nobel per la chimica.
Nel 2000 ebbe più voti di Bush figlio, ma la Corte Suprema USA non volle rimestare nel letamaio delle elezioni in Florida e gli negò la vittoria. Gore accettò la sconfitta e si congratulò con il rivale (qualcuno può ricordarlo ai Berluscoidi?). Da allora l'uomo è il perdente per antonomasia.
Nel frattempo George W. Bush si è rivelato assolutamente inadeguato per il suo ruolo e i rimpianti attraversano l'America.
Negli ultimi anni Al Gore si è imbolsito, continua ad avere l'aria goffa e bacchettona ma con Una scomoda verità è diventato il più grande comunicatore ambientale del mondo. Pochi giorni fa un comitato del Senato USA ha approvato una risoluzione che impegna l'America a ridurre drasticamente le proprie emissioni nocive e che Bush potra bloccare solo con il veto.
Ora tutti si aspettano di vedere come Al Gore "capitalizzerà" la sua rivincita. Molti avevano scommesso su una sua nuova candidatura alla Casa Bianca, anche per vendicare il mancato appoggio dei Clinton ai tempi della sua elezione, ma anche ieri lui ha smentito. Altri hanno giurato che avrebbe sostenuto pubblicamente Obama, ma anche questo non si è verificato.
Gore sarà nel salone del Municipio di Oslo (foto) a ritirare il premio di una vita, mentre Hillary e Obama passano il Natale sepolti dalla neve in Iowa per la campagna elettorale dei caucus che il 3 gennaio apriranno le primarie presidenziali USA. Gore non ha nessun bisogno di candidarsi o di sostenere candidature. Alla fine, contro ogni previsione, ha vinto lui.
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