Secondo Adrian Michaels, corrispondente da Milano del Financial Times, la catena americana Starbucks avrebbe rinunciato ad aprire punti vendita in Italia. Il fondatore Howard Schulz ha dichiarato che "la scelta deriva da motivazioni di umiltà e rispetto". L'articolo racconta come Starbucks, presente ormai in 43 nazioni, non abbia piani di espansione nel nostro paese.
Hanno vinto i baristi nostrani, l'espresso servito in venti secondi e bevuto in piedi e la qualità della torrefazione. Chi vuole un Frappuccino o un Grande Decaf Caramel Macchiato servito in un bicchiere di carta da mezzo litro dovrà andare a New York, o perlomeno a Parigi.
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