lunedì 24 marzo 2008

Ricca di famiglia

Questa è la prima campagna elettorale in cui tutti, ma proprio tutti, hanno un sito. Buttarci un occhio ogni tanto è divertente e forse utile. Persino quello di Daniela Santanchè, candidata premier de La Destra.
La signora (si fa per dire) Santanchè ha commentato la proposta di Veltrone di ridurre l'indennità ai parlamentari, rilanciando: non più di 1200 euro al mese. La dichiarazione non è sembrata una breaking news alla stampa, che l'ha praticamente ignorata. Con qualche eccezione: l'ineffabile Libero le ha dato spazio, tra signori ci si intende.
La sfiducia nella politica ha messo nel mirino indennità e privilegi degli eletti e nominati, dal parlamento in giù. Le indennità di carica vanno certamente controllate e l'idea di allinearle a una media europea è condivisibile. Che un parlamentare sia pagato come un usciere può piacere a soloni come Feltri o fascipopuliste come Santanchè, ma non merita commenti.
Un sindaco, eletto direttamente dai cittadini, guadagna meno di un dirigente comunale. Secondo voi è giusto?

3 commenti:

  1. Secondo me no, ma non perchè il sindaco non guadagni abbastanza.
    Sono i dirigenti comunali che andrebbero pagati meno.

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  2. Vorrei dire a G.G. che chiedere a chi ci governa di mostrare serietà nel contenimento (secondo criteri equi) dei costi relativi alle indennità percepite - specie in tempi di sacrifici per le altre categorie sociali - è legittimo e doveroso.

    Ma penso anche che demonizzare l'operato di chi ci governa sia inutile e dannoso, per l'intero Paese.

    Violetta

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  3. Si che è giusto. L'usciere, come il dirigente comunale, hanno un mansionario, e chi sbaglia paga, non solo con l'eventuale licenziamento, come avverrebbe con il sindaco che non venisse rieletto alla tornata elettorale successiva, ma pagano anche di tasca propria, come ben sai che fanno, caro architetto, i tuoi colleghi, e non solo, quando sbagliano nella loro attività professionale.
    C'è l'assicurazione contro le carenze professionali per costoro, a maggior ragione (si diceva una volta) dovrebbe esserci anche per il sindaco, che di danni è capace di farne molti di più di un architetto, come pure richiami nel sottotitolo del tuo blog. E come agli architetti che sbagliano l'assicurazione copre solo una parte, mentre gli altri danni se li deve pagare da solo, con l'aggravante che l'anno dopo la polizza gli costa il doppio, così, e a maggior ragione (ripeto), dovrebbe accadere anche per tutti coloro che si presentano sul mercato della politica promettendo tutto il bene di questo mondo e anche qualcosina in più se non piove molto.
    Vorrei proprio vedere quali e quanti altri sponsor occulti dovrebbe trovarsi quel sindaco per pagare la polizza d’assicurazione sui danni conseguenti al suo operato!!! E vorrei proprio vedere come tutti i candidati correrebbero dai notai a vendersi le proprietà (a prestanome, naturalmente) per scampare alle conseguenze dei danni che sarebbero chiamati a rifondere!!! Certo che qualche sindaco dovrebbe correre molto in fretta, sia sul mercato degli sponsor delle campagne elettorali, sia verso uno studio notarile!!!
    Ma tu sei candidato a qualcosa? Nel caso, il discorso varrebbe anche per te, ma sta tranquillo che c’è sempre la possibilità di farsi eleggere in parlamento, dove le manette non arrivano ancora (parlo per qualche sindaco, non per te, ovviamente).

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