Scrivo da casa, mentre a Porta a porta c'è Berlù che parla di ICI e straordinari. Sono appena tornato da Bruxelles, dove sono stato 18 ore accettando l'invito per un convegno del Consiglio d'Europa degli Architetti, di cui una volta facevo parte. Il convegno aveva un tema intrigante: Progettare per il Futuro: il Mercato e la Qualità della Vita. I contenuti sono stati in realtà più prevedibili di quanto mi aspettavo, ma non è di questo che volevo scrivere.
Non andavo a Bruxelles dall'anno scorso. Tornarci adesso e rispondere alle domande sull'Italia e le elezioni è molto imbarazzante. "Ma davvero vincerà Berlusconi?" mi ha chiesto un amico tedesco. L'Europa, non importa di che parte politica, fa molta fatica a capire. Anzi, proprio non capisce.
European Voice, il settimanale di Bruxelles del gruppo Economist, pubblica un articolo glaciale dal titolo "L'Italia non deve dissipare il suo capitale europeo ricostruito". Il giornale descrive l'anziano leader della destra come un populista di pochi principi, salvo l'attenzione ai propri interessi.
Tremonti, Calderoli, Berlù. L'Europa ci compatisce.
Nel frattempo da Vespa c'è sempre lui: ha la voce roca, la faccia stanca malgrado il trucco pesante. Obiettivamente non mi sembra brillante come una volta. Del resto è un vecchio.
E adesso la buona notizia, come direbbe Milena Gabanelli: oggi su Repubblica Piero Ottone ricorda che per Berlù questa sarà comunque l'ultima campagna elettorale.
Speriamo in altre buone notizie lunedì sera.
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