Il 1 maggio nel Regno Unito non è festivo. Oggi a Londra è un qualunque giorno feriale: la gente va in ufficio, i bambini a scuola, la borsa è aperta. E si vota per il sindaco. Anzi si è votato, perché i seggi si sono chiusi dieci minuti fa.
Per votare occorre registrarsi, ovvero compilare un modulo e restituirlo in una sede elettorale del proprio quartiere. Non è una scelta facoltativa come negli USA, perché chi non è registrato ha difficoltà anche ad aprire un conto corrente. I votanti registrati sono 5 milioni e mezzo, ovvero circa il 90% della popolazione adulta. C'è un sito in venti lingue con tutte le istruzioni del caso.
Il sindaco laburista in carica Ken Livingstone cerca il terzo mandato ma non è affatto sicuro di una riconferma, tallonato dal capelluto conservatore Boris Johnson. C'è una grande attesa anche per capire chi aveva ragione tra i sondaggisti. Tutti gli istituti prevedono infatti un testa a testa, con l'eccezione di YouGov che attribuisce un vantaggio consistente a Johnson.
Anche a Londra uno dei temi più battuti dai candidati è stata la sicurezza. Livingstone è stato il primo sindaco a introdurre un pedaggio per entrare nel centro città, facendo scuola. Non lo ho mai conosciuto, mentre ho incrociato la sua vice Nicky Gavron in alcuni appuntamenti internazionali. Mi è sembrata competente e impegnata, una bella figura.
Tra poco il verdetto.
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