Nel settembre 2005 l'Assemblea Generale dell'ONU si occupò per la prima volta dei temi della sicurezza umana e ambientale. Il Segretario Generale presentò una relazione intitolata In Larger Freedom, che si potrebbe tradurre come Allargare la libertà. Il sottotitolo era Sviluppo, Sicurezza e Diritti Umani per tutti. Temi molto ambiziosi. la cui discussione non produsse conclusioni particolarmente rilevanti, né impegni vincolanti per i governi nazionali.
A margine della 16a sessione della Commissione Sviluppo Sostenibile ONU, in corso in questi giorni a New York, si discute della convergenza tra i temi della sicurezza e della sostenibilità. Cambiamenti climatici, siccità, migrazioni di massa, sicurezza sociale, mancata integrazione portano ad un nuovo scenario globale di insicurezza sociale, economica e ambientale.
Autorevoli istituzioni come l'Oxford Research Group lavorano da tempo su questi elementi, identificando come priorità di intervento non il terrorismo globale quanto la competizione per le risorse, i cambiamenti climatici, l'aumento delle spese militari, la marginalizzazione della povertà e la concentrazione della crescita. Così a New York in questi giorni molte voci spingono ad organizzare un forum mondiale su questi argomenti.
Venti anni dopo il summit di Rio de Janeiro, dieci anni dopo Johannesburg, il 2012 viene indicato come l'occasione di un nuovo summit che potrebbe essere chiamato Sicurezza Globale o Cambiamento Globale. Un evento di questo genere potrebbe scrivere l'agenda politica futura, impegnare i leader globali e integrare tutti i fattori di cambiamento in un nuovo scenario.
La sicurezza è un tema politico di primo piano anche in Italia e ha giocato un ruolo rilevante nelle recenti elezioni, sia politiche che amministrative. Riconsiderare i temi della sicurezza in una prospettiva più ampia sarebbe molto utile anche a noi.
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