La lettera G di G-8 forse sta per “Giurassico”.
Al di là della crescente difficoltà di concordare decisioni rilevanti (e della conseguente perdita di autorevolezza), il G8 può essere ancora considerato il cenacolo dei potenti del mondo? I dubbi aumentano e sono decisamente fondati. Le nuove economie crescono anche più in fretta del previsto e lo scenario mondiale è davvero mutevole.
Goldman Sachs ha sviluppato un modello econometrico per valutare il peso reale dei paesi del G7 e della Russia, producendo risultati abbastanza sorprendenti. Secondo Goldman Sachs oggi il ranking economico mondiale vede nell'ordine USA, Giappone, Germania, Cina, Gran Bretagna, Francia, Italia e Spagna. Resterebbero escluse Russia e Canada, che però sono due tra i principali fornitori di combustibili (gas, carbone, uranio, petrolio, ecc.) e per questo ruolo strategico possono avere titolo a sedere con gli otto grandi. Quindi oggi l'unico “grande” assente dal G8 sarebbe la Cina.
Il quadro cambia radicalmente nella proiezione fatta da Goldman Sachs al 2050. Per quella data la classifica sarà Cina, USA, India, Brasile, Russia, Indonesia, Messico e Gran Bretagna. Uscirebbero dal G8 il Giappone e tutte le economie europee, escluso il Regno Unito che secondo gli analisti di GS supererebbe la Germania diventando leader in Europa. Cancellata l'Italia, scavalcata anche da paesi emergenti come Turchia e Nigeria.
Naturalmente questi modelli sono soggetti a molte variabili che derivano dall'incertezza del quadro geopolitico, dai flussi migratori e dai fattori non facilmente quantificabili, a cominciare dagli effetti del cambiamento climatico. Secondo Goldman Sachs nel 2030 la classe media della terra sarà cresciuta di due miliardi di persone, quasi tutte nei paesi in via di sviluppo. Quindi gli stati emergenti più popolosi sarebbero i nuovi mercati planetari: Brasile, Messico, Indonesia, Turchia, Nigeria.
Queste previsioni vengono criticate sia da chi le ritiene irreali (i Tedeschi ad esempio non accettano l'idea di un sorpasso europeo da parte della Gran Bretagna e addirittura dalla Turchia), sia da chi al contrario le giudica troppo conservative. Alcuni osservatori hanno notato che Goldman Sachs prevede che l'economia cinese raggiungerà la metà di quella americana nel 2015, ma la Cina sta crescendo molto più in fretta e anche il rapporto dollaro/yuan sta riducendosi, tanto che la previsione dovrebbe essere anticipata al 2012/2013. Il PIL cinese nel 2007 è cresciuto dell'11.9% e nove di questi punti provengono dalla domanda interna. Se nel decennio 2010-2020 la Cina manterrà un tasso di crescita medio del 7% Pechino supererà l'economia USA già nel 2021.
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