Dal 1 luglio la Francia ha assunto la presidenza di turno dell'Unione Europea, subentrando alla Slovenia.
Nicholas Sarkozy ha indicato le quattro priorità della presidenza francese, che si annuncia molto più incisiva dello sbiadito semestre sloveno.
1. Immigrazione, problema molto sentito in tutto il continente. La Francia non vuole che si ripetano sanatorie come quelle italiane e spagnole, che tra il 2003 e il 2007 hanno regolarizzato oltre due milioni di clandestini. Il 7 luglio i ministri all'immigrazione si riuniranno a Nizza e nell'occasione verrà presentata la bozza di un nuovo patto europeo sul tema.
2. Difesa, con la Francia da sempre sostenitrice di una forza militare europea con base a Bruxelles, composta da almeno 60.000 uomini e in grado di intervenire in qualunque scenario di instabilità del pianeta. Questa proposta però vede la netta opposizione inglese, con Londra affatto disposta a creare quello che ritiene un doppione della NATO. Segnali negativi anche dal no irlandese al trattato di Lisbona, che prevede tra le altre cose un rafforzamento della difesa comune europea.
3. Energia e Ambiente, alla ricerca di un accordo europeo che porti l'Unione alla COP 15 di Copenhagen 2009 con la forza contrattuale di una posizione unitaria. L'obiettivo resta la riduzione delle emissioni del 20%, vanno trovate modalità e politiche comuni per raggiungerlo. Che si tratti di un'impresa complessa lo dimostrano anche le prime uscite del nostro ministro Prestigiacomo.
Sarkozy vorrebbe anche proporre un pacchetto contro il caro-petrolio, che conta di presentare ad ottobre. Tra le proposte francesi anche una riduzione dell'IVA sui carburanti, che però i tedeschi rifiutano sostenendo - a ragione - che darebbe nuovo incentivo ai consumi.
Da mercoledì scorso è in corso a Parigi la prima riunione informale dei ministri dell'ambiente dei 27, che si conclude oggi.
4. Agricoltura, settore in cui la Francia è il primo produttore europeo e anche il primo recettore della imponente mole di contributi comunitari (l'agricoltura da sola si divora il 40% del bilancio della UE). Sarkozy intende ridiscutere la PAC, in vista della sua riformulazione in calendario per il 2013, ma non vuole sentire parlare di ridurre le risorse comunitarie per l'agricoltura, come invece propone la Gran Bretagna. Su questo tema i rapporti sono già piuttosto tesi, dopo una intervista di lunedì scorso in cui Sarkozy ha criticato apertamente il Commissario inglese al commercio estero Peter Mandelson, colpevole secondo l'Eliseo di fare troppe concessioni proprio nel settore agricolo nei negoziati WTO.
Sul fronte diplomatico la priorità resta comunque la sottoscrizione del Trattato di Lisbona dopo l'inatteso esito negativo del referendum irlandese. E le sorprese non sembrano finite visto che, dopo il no di Dublino, il presidente polacco Lech Kaczynski ha dichiarato di non voler ratificare il trattato. Altrettanto la Repubblica Ceca, mentre la stessa Germania sembra in difficoltà.
Per chi ama seguire le questioni europee non saranno certo sei mesi noiosi.
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