
Intanto dagli USA arriva la notizia che gli americani produrranno 150 GW di energia eolica entro il 2020. Gia oggi, con gli 8 GW installati entro il 2008, gli USA diventeranno il primo produttore mondiale di energia eolica, superando i 22 GW della Germania. Un confronto utile viene dalla potenza di una centrale a carbone, che si ferma sugli 800 MW. Quindi nel 2020 gli USA produrranno energia dal vento pari a 180 centrali a carbone.
Anche la Cina sta lavorando seriamente per raggiungere il 15% di energia da fonti rinnovabili entro il 2020. Il ministro Scajola ha strombazzato l'impegno per raggiungere un 1% annuo di incremento delle energie rinnovabili per l'Italia, molto lontano da quanto sottoscritto nei trattati europei e assai meno degli obiettivi cinesi. La Cina è attualmente due anni avanti rispetto a quanto previsto e conta di raggiungere i 20 GW di energia eolica nel 2010 e i 100 GW entro il 2020, che rappresenterebbe un incremento del 1667% rispetto ad oggi. Nel 2007 la Cina ha investito 10 milioni di dollari nelle energie rinnovabili, seconda al mondo dietro la Germania. Il business è enorme, così Vestas, la prima azienda mondiale del settore eolico, ha aumentato il suo personale in Cina da 50 a 1000 unità.
La Cina sta anche investendo nella produzione di generatori eolici, quelli che il capoclasse Tremonti chiama "mulini a vento". Il mercato è in grande espansione, come dimostrano i dati della General Electric, che ha ordini insoluti per pale eoliche pari a 12 miliardi di dollari. La produzione occidentale di "mulini a vento" prevede almeno 18 mesi di attesa. Così il leader cinese è la Goldwind Science and Technology, una compagnia dello Xinjiang che detiene il 33% del mercato, contro il 24% di Vestas, il 17% degli spagnoli di Gamesa e il 13% di General Electric.
Dalle nostre parti nessuna grande impresa investe nell'energia eolica e la presidenta di Confindustria plaude le mire nucleari del governo. Trovano spazio i soloni alla Ripa di Meana che non vogliono vedere "mulini a vento" deturpare il paesaggio e i governanti alla Scajola che fanno propaganda per il new cleare. Le nuove centrali atomiche italiane, anche tralasciando aumento dei costi, sindromi NIMBY e altri prevedibili differimenti, secondo i più ottimisti sarebbero operative nel 2025. Nel lungo frattempo il governo italiano ha programmato solo scongiuri.
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