Lunedì prossimo a Bonn nascerà IRENA (International Renewable ENergy Agency), l'agenzia promossa da Germania, Danimarca e Spagna. Parteciperanno alla fondazione un centinaio di nazioni e si prevede che circa la metà sottoscriveranno immediatamente l'adesione. Il numero è ancora non definitivo (oggi è arrivata l'adesione formale della Tailandia). Dovrebbe aderire l'Italia, mentre tra i soci fondatori non ci saranno USA, Cina, Giappone e Gran Bretagna, che comunque hanno confermano che saranno presenti. Ci sarà anche Abu Dhabi, emirato che ha fissato l'obiettivo di produrre il 7% di energia rinnovabile entro il 2020.
La mission di IRENA è quella di promuovere la diffusione delle fonti rinnovabili di energia in tutto il pianeta, cercando di coinvolgere industria, autorità locali e società civile. Il prossimo giugno sarà anche decisa la sede definitiva dell'agenzia, che la Germania gradirebbe restasse a Bonn, dove già si trova l'UNFCCC, la commissione scientifica ONU che studia i cambiamenti climatici. Il più accreditato concorrente per ospitare l'agenzia è proprio Abu Dhabi.
IRENA è vista da molti osservatori come contraltare dell'Agenzia Internazionale per l'Energia (IEA), che si occupa di energie alternative ma anche di fonti tradizionali come petrolio, carbone e nucleare. La IEA ammette come membri solo i paesi che fanno parte dell'OCSE (lista). Secondo alcuni sarebbe proprio la contrapposizione tra IEA e IRENA a motivare la cautela di USA, Giappone e Gran Bretagna.
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