sabato 17 gennaio 2009

Gas dalla Russia, effetti collaterali/2

L'interruzione delle forniture di gas russo ha colpito duramente la Bulgaria, tanto da indurre il paese a considerare la possibilità di rimettere in funzione le centrali nucleari dismesse. Il fabbisogno energetico bulgaro dipende per il 95% dal gas russo e il paese ha visto le forniture fermarsi per una intera settimana.
Ieri il primo ministro bulgaro Sergei Stanishev ha dichiarato che il governo sta considerando l'ipotesi di riattivare una unità della centrale nucleare di Kozloduy (foto). La centrale è l'unico impianto nucleare della Bulgaria e si trova sulle rive del Danubio vicino alla città di Kozloduy, al confine con la Romania. La centrale, che risale ai primi anni settanta, ha due reattori ancora in funzione. Si tratta delle unità 5 e 6, costruite rispettivamente nel 1988 e 1993, che producono circa un Gw ciascuna. Le altre quattro unità sono state chiuse secondo le prescrizioni del trattato di ingresso della Bulgaria nell'Unione Europea.
La Bulgaria ha iniziato i prepararivi per la rimessa in funzione della unità 3, che potrebbe essere attiva entro 45 giorni. La decisione bulgara segue di pochi giorni quella della Slovacchia, che per prima aveva annunciato l'intenzione di riattivare una centrale nucleare dismessa.
Gli osservatori non credono che la Bulgaria attiverà davvero il reattore, ma vedono la mossa del governo come un atto di propaganda in vista delle elezioni politiche della prossima primavera.

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