domenica 4 gennaio 2009

Sei mesi alla Ceca

Dal primo gennaio la presidenza di turno dell'Unione Europea è in mano alla Cechia, che per motivi oscuri viene chiamata Repubblica Ceca, come se tutti gli altri paesi fossero monarchie, sultanati o chissà che cosa.
Per l'Europa sarà un semestre piuttosto complicato. La presidenza ceca parte infatti con il grave handicap di rappresentare uno dei tre paesi che non ha ratificato il Trattato di Lisbona, assieme a Irlanda e Polonia. In questi primi giorni poi le prime mosse diplomatiche di Praga sono state goffe e avventate. Ieri fonti governative hanno dichiarato che l'invasione terrestre di Gaza ad opera di Israele era "un atto di autodifesa". L'affermazione (purtroppo non lontana da quanto dichiarato dal nostro ministro degli esteri Frattini) ha provocato le reazioni furiose di larga parte d'Europa a cominciare dalla Francia, il cui presidente Sarkozy ha da giorni preso un ruolo di mediatore nella questione palestinese, quasi incurante del fatto che la sua presidenza della UE sia scaduta con l'anno vecchio.
Sotto le pressioni internazionali oggi Praga ha prodotto una smentita ufficiale in cui dichiara di "non condividere azioni che coinvolgono la popolazione civile" e sostiene la necessità di un cessate il fuoco "in accordo con le conclusioni del vertice europeo del 30 dicembre 2008 a Parigi". Sarkozy deve essersi fatto sentire.
A complicare ulteriormente le cose c'è la figura di Vaklav Klaus, presidente della repubblica e avversario politico del premier ceco Mirek Topolanek. Il presidente Klaus non ha mai nascosto la sua visione euroscettica e continua a rilasciare dichiarazioni imbarazzanti per il governo di Praga. Klaus è convinto che i cambiamenti climatici siano "un mito pericoloso" e paragona l'Unione Europea a uno stato comunista, confermando la sua opposizione alla ratifica del trattato di Lisbona.
In Cechia la presidenza della repubblica è una carica onorifica senza valore politico, ma gli osservatori notano come "la faccia di Klaus sia quella del paese".
Il logo scelto dalla Cechia per il suo semestre di presidenza (sopra) è il risultato di un concorso che ha ricevuto oltre quattrocento proposte. Lo ha creato Tomáš Pakosta e secondo lui sintetizza il motto ceco "Europa senza barriere" e lo slogan dell'Unione "Uniti nella diversità". Tanti auguri.

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