Il Financial Times ha pubblicato un editoriale firmato da Ban Ki-moon e Al Gore, che parte dal dato che 32 nazioni hanno varato programmi per un rilancio dell'economia per un investimento totale di 1.750 miliardi di Euro.
Il segretario generale ONU e il premio Nobel sottolineano come questa enorme massa di denaro "dovrebbe catapultarci nell'economia del 21° secolo e non cercare di perpetuare le industrie agonizzanti e le cattive abitudini di ieri".
Secondo la strana coppia cancellare i 300 miliardi di dollari spesi ogni anno in contributi per i combustibili fossili permetterebbe di ridurre del 6% le emissioni globali di CO2 e di aumentare il PIL dei singoli paesi. La scelta permetterebbe anche di contrastare la crescente competizione dei paesi in via di sviluppo, che oggi producono il 40% delle energie rinnovabili e il 70% del solare termico del pianeta.
Oggi nel mondo ci sono 2,3 milioni di persone che lavorano nel settore delle energie rinnovabili, più di quante siano direttamente occupate nei settori del petrolio e del gas. Negli Stati Uniti oggi ci sono più nuovi posti di lavoro nell'energia eolica che in tutta la filiera del carbone.
Ban Ki-moon e Al Gore chiedono anche maggiore sostegno alla cooperazione, particolarmente agli interventi nell'agricoltura dei paesi in via di sviluppo. E pretendono un accordo forte sul Clima a Copenhagen. "Non il prossimo anno, quest'anno".
"Per milioni di persone da Detroit a Dehli questi sono i giorni peggiori di sempre. Le famiglie hanno perso il lavoro, la casa, l'assistenza sanitaria e persino la speranza di un pasto. In una situazione del genere i governi devono fare scelte strategiche. Non possiamo permettere che le urgenze mettano in discussione i bisogni essenziali. Investire nella green economy non è una opzione secondaria. E' un investimento illuminato per un futuro più equo e prospero."
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