Sono uno dei 175 milioni di utenti di facebook, mi trovate qui. Come tutti gli altri oggi ho trovato un post sulla mia bacheca che mi avvisava della rinuncia alla unilaterale modifica delle condizioni del servizio operata pochi giorni fa.
Le modifiche, che peraltro facebook da contratto ha il diritto di applicare, prevedevano che tutti i contenuti caricati dagli utenti sarebbero rimasti per sempre proprietà del network, anche dopo la cancellazione degli autori.
Secondo facebook la nuova regola derivava dalle difficoltà di riconoscere la proprietà di contenuti condivisi con altri. In pratica un utente di facebook che decidesse di cancellarsi lascerebbe una scia nelle pagine dei suoi amici che potrebbe sollevare conflitti di copyright. Quindi, secondo il sito, meglio fare proprio ogni contenuto ed evitare contenziosi da parte di ex utenti.
La cosa non è piaciuta al variegato popolo di fb, a cominciare dagli USA. Il New York Times racconta i termini della rivolta, cominciata sul sito di Consumer Union dove più di 300.000 utenti hanno cliccato sulla pagina "facebook vi possiede". Gli utenti di facebook hanno risposto usando le stesse armi del network e creando un gruppo di oppositori alle nuove regole che oggi contava più di 90.000 iscritti. Abbastanza da convincere il fondatore e amministratore delegato di facebook Mark Zuckenberg (foto) a fare marcia indietro pubblicando l'annuncio che è comparso sulla pagina di tutti gli utenti. Zuckenberg ha anche fondato un gruppo su facebook per discutere sui diritti e le responsabilità, a cui sono già iscritti 64.000 utenti.
Facebook non è quotata in borsa e come compagnia privata non è obbligata a rendere pubblici i propri bilanci. Secondo gli analisti produce dai 100 ai 300 milioni di dollari l'anno di utili, per la maggior parte derivati da un contratto di pubblicità stipulato con Microsoft, che possiede l'1.6% del social network.
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