domenica 1 marzo 2009

Il nucleare de noantri

In questo strombazzato rinascimento nucleare promosso dal governo Berlusconi per ora spiccano solo la leggerezza e l'approssimazione dei politici e dei giornalisti di destra, tutti convinti che la panacea della crisi energetica italiana di oggi possano essere quattro centrali atomiche pronte – se va bene - tra 20 anni.
Nessuno dei sovraeccitati newclearisti della destra nostrana
ama ricordare che il nostro presidente gaffeur ha firmato lo scorso dicembre a Bruxelles un accordo europeo che ci obbliga a produrre il 17% di energia rinnovabile entro il 2020 (oggi siamo al 5.2%) e ad aumentare l'efficienza energetica e ridurre le emissioni di CO2 del 20% entro la stessa data. L'energia nucleare non è considerata rinnovabile e comunque le centrali atomiche di Scajola nel 2020 saranno ancora dei cantieri, ammesso che si facciano davvero. Come farà il governo della destra ad onorare il patto sottoscritto da Berlù assieme ai 26 altri capi di stato europei? La butteremo sulle barzellette e sul sarcasmo à la Tremonti?

Del resto l'accordo con la Francia, dopo l'annuncio roboante, e già stato archiviato e viene ancora citato solo come palcoscenico dell'ultima micidiale gaffe di Berlù.
Non è un caso: le elezioni sono alle porte e di dove piazzare il nucleare meglio non parlare. Nessuno vuole le centrali vicino casa, ai voglia il ministro Scajola a giurare che in Francia i comuni “fanno a gara per ospitarle”. Il governo della destra, che aveva annunciato l'emanazione dei criteri per la scelta dei siti entro il 2008, ha rinviato la decisione almeno fino a luglio, per non creare interferenze di consenso in vista di elezioni europee e amministrative. Vedremo cosa succederà dopo, visto che il titolo V della Costituzione delega alle regioni il compito di decidere sui siti delle centrali. E il prossimo anno sono in programma le elezioni regionali...
Per uscire da annunci, rimandi e pretattica segnalo una lettera di Fulco Pratesi pubblicata sul Corriere di oggi. Lo storico guru del WWF Italia ricorda come la Spagna, che ha nove centrali nucleari prossime all'esaurimento del ciclo di vita, non abbia nessuna intenzione di sostituirle. Le centrali spagnole hanno una età media di 25 anni e i 117 reattori già dismessi nel pianeta sono andati in pensione in media dopo 22 anni. Pratesi sottolinea anche come la Francia, che di centrali ne ha 59, dovrà presto chiuderne molte causa obsolescenza, ma non ha programmi per rimpiazzarle. Infatti nella terra di Sarko c'è un'unica centrale in costruzione, quella di Flamanville 3, e nessuna in progetto. Su quanto il nucleare italiano sia un affare ho gia scritto giorni fa. E s
e le nuove centrali EPR (European Pressurised Reactor) sono così efficienti perché Sarkozy vuole costruirne quattro in Italia e solo una a casa propria?

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