venerdì 29 maggio 2009

Un paese normale

Un leader mai prepotente o arrogante, con­sapevole di una innata capacità seduttiva che ha usato a fini di ricerca del consenso e non per scopi morbosi. Un uomo leale, perbene e rispettoso. Una persona di garbo e gentilezza, doti che qualcuno vorrebbe declassare a mera finzione e che invece sono autentiche. E, lasciatemi pure dire che, in un mondo po­polato da gran cafoni, sono qualità rare ed invidiabili. Il resto, tutto il resto, sincera­mente sono affari suoi. O, almeno, così do­vrebbe essere in un Paese «normale».
Cosi oggi scrive il ministro Carfagna in una lettera pubblicata sul Corriere della Sera.
In un paese normale se il capo del governo di 73 anni invitasse cinquanta sbarbine, tra cui varie minorenni, per capodanno nella sua tenuta privata avrebbero già preparato un TSO.
Ha ragione la moglie, non sta bene.
Ma questo non sarebbe il fatto più grave. Quello che in un paese normale sarebbe intollerabile sono le bugie, le versioni che cambiano, la disinvoltura nel mentire. Lo ribadiva con garbo e precisione ieri Beppe Severgnini, sempre sul Corriere.
Per il ministro Carfagna sono "affari suoi". Carlo Rossella conferma, Sgarbi approva, Feltri benedice. Per tutti i politici di destra è un complotto.
Questo anziano signore, che tiene a chiarire che sì, passa il tempo con le sbarbine ma non ci fa sesso, vincerà le prossime elezioni europee e conquisterà molti enti locali nelle amministrative.
All'Italia va bene così. Sarebbe bello vivere in un paese normale.

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