
L'istituto del referendum va modificato. L'attuale schema infatti non è più in grado di garantire efficacia a uno strumento essenziale della democrazia come la consultazione diretta dei cittadini. Come prima cosa dovrà essere alzato il limite minimo di firme per validare la proposta refendaria: oggi è di 500.000 e sarebbe opportuno almeno raddoppiarla. In sede di voto invece dovrebbe essere abolito il quorum della metà più uno degli aventi diritto, soglia che in molte democrazie mature non si raggiunge neppure alle elezioni politiche. I quesiti referendari spesso provocano lacerazioni all'interno dei singoli partiti, che preferiscono non schierarsi nel merito e optano per il non voto, certi del mancato raggiungimento della soglia minima. Anche questa volta è andata così.
I referendum dovrebbero essere promossi da un numero adeguato di firmatari, ma poi l'esito andrebbe comunque validato, indipendentemente dai votanti. Questo obbligherebbe le forze politiche a schierarsi con chiarezza, premierebbe la democrazia ed eviterebbe le gravi perdite di tempo e denaro provocate da queste consultazioni senza storia.
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