Un articolo in prima pagina su Italia Oggi mette in guardia sul pericolo, estremamente concreto, che l'Italia perda una buona parte dei suoi fondi comunitari. Le ragioni sono le stesse di sempre: scarso coordinamento tra stato e regioni, tempi lunghissimi per la emanazione dei bandi, difficoltà ad adeguarsi ai severi meccanismi di rendicontazione.
Il pezzo di Marino Longoni non è nemmeno troppo illuminante, tutti quelli che seguono il settore sanno queste cose da un pezzo. L'ultimo esempio è IPA (instrument for pre-accession assistance), uno dei pochi programmi comunitari destinato ai paesi in fase di accesso o potenziali candidati all'ingresso nell'Unione. Inutile dire che IPA rappresenta una risorsa cruciale nell'area adriatico-balcanica. Bruxelles ha emanato le regole per IPA nel giugno 2007. L'IPA Adriatico, che sostituisce il programma Interreg IIIA, è stato approvato dalla Commissione Europea il 25 marzo 2008. L'Italia ha individuato l'autorità di gestione nella regione Abruzzo, che dopo interminabili riunioni con le altre regioni interessante e continui rinvii ha approvato il bando un mese fa, dopo 14 mesi. La colpa non è del terremoto, il bando sarebbe dovuto uscire lo scorso anno.
Il sito web del programma IPA Adriatico è stato attivato il 31 luglio. Il bando finalmente è stato pubblicato e scadrà il prossimo 29 ottobre. Nel corso di questi due anni le aspettative sono cresciute, i potenziali progetti si sono moltiplicati, l'attesa ha snervato tutti i soggetti pubblici o privati interessati. Il risultato di questa lunghissima gestazione sarà un numero elevato di proposte che metterà in grave difficoltà chi dovrà selezionarle, visti i gravissimi ritardi già accumulati.
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