Su European Voice è stato pubblicato la scorsa settimana un intervento del commissario europeo all'allargamento, il finlandese Olli Rehn. Il titolo dell'articolo chiarisce il tema: "I Balcani restano la cartina a tornasole dell'Europa".
Il commissario Rehn cerca di spiegare la difficiltà dei rapporti tra nazioni balcaniche e Unione Europea. Racconta con soddisfazione dell'accordo tra Slovenia e Croazia siglato a Stoccolma il 4 novembre, che permetterà al governo di Zagabria di riprendere i negoziati dopo un lungo stallo, con l'obiettivo di entrare in Europa nel 2012.
Rehn riferisce anche sulla raccomandazione fatta il mese scorso dal Consiglio Europeo, che invita la Commissione ha iniziare formalmente la fase negoziale con FYROM, la Macedonia (foto).
Il commissario poi si sofferma con amarezza sui modestissimi progressi nei rapporti tra Unione Europea e Bosnia-Erzegovina, una nazione ancora lontana dalla stabilità e afflitta da problemi cronici che secondo Rehn rischiano di lasciarla "per sempre" in una posizione arretrata rispetto alle altre repubbliche balcaniche.
Nemmeno una parola di Rehn sulla Serbia.
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