Oggi il presidente del consiglio d'Italia ha incontrato il primo ministro di Serbia Boris Tadic. Le cronache parlano di un colloquio proficuo e cordiale.
Berlusconi, che arriva a malapena alla spalla di Tadic creando difficoltà nelle foto ufficiali, ha dato il meglio di se stesso. Ha criticato la scarsa musicalità della lingua dell'ospite, dicendo che aspetta di sentire un'opera in serbo. Ha cercato solidarietà con Tadic sul tema degli imperatori romani di origine serba, salvo poi non ricordare quanti fossero. Ha inserito l'inevitabile gag calcistica su Stankovic e per fare il simpatico ha chiamato Tadic "presidente Clooney", nell'imbarazzo generale.
Parlando di cose concrete, Berlù ha fatto persino peggio. Il presidente del consiglio non riesce a dimenticare le sue origini di venditore eccellente, rispolverando uno dei trucchi base del piazzista: blandire l'interlocutore dicendogli quello che vuole sentire. Così Berlù ha dichiarato in conferenza stampa che la Serbia potrà entrare nell'Unione Europea "al massimo nel 2014", ma forse anche entro il 2012.
Il 2012, per capire meglio le cose, è l'anno previsto per l'ingresso nell'Unione della Croazia, che ha presentato la sua candidatura nel 1999, assieme alla Turchia. Serbia e Bosnia-Erzegovina, assieme al Kosovo, sono le uniche nazioni balcaniche a non avere ancora completato il percorso che permette di presentare una candidatura all'ingresso in Europa. Montenegro e Albania lo hanno fatto, FYROM (Macedonia) ha già raggiunto lo status di paese ufficialmente candidato.
Attualmente Belgrado è solo un potenziale candidato. Dichiarare che la Serbia possa entrare nella UE in quattro - o addirittura due - anni è pura follia. Naturalmente la stampa serba ha rilanciato con tripudio la frottola.
Chi si chiede perché l'Italia abbia perso ogni credibilità in Europa dovrebbe riflettere sulle assurde dichiarazioni del nostro governo, che oltre confine sono un esempio di incompetenza, pressapochismo e piaggeria. Roba da piazzisti, non statisti.
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