Barack Obama ha dichiarato lunedì che parteciperà alla COP-15 di Copenhagen se un accordo globale sul clima sarà sul tavolo e la sua presenza potesse essere di aiuto per chiuderlo.
Questa affermazione va oltre quanto finora diffuso dallo staff presidenziale, che non si è mai sbilanciato su una presenza del presidente americano al vertice sul clima.
"Se avrò la certezza che tutte le nazioni staranno negoziando in buona fede e che ci troveremo sulla soglia di un nuovo accordo, che la mia presenza a Copenhagen potrebbe aiutare a siglare, di certo sarò presente" ha detto Barack.
Essere o non essere a Copenhagen sembra il dilemma di questi giorni. Angela Merkel, cancelliere di Germania, ha affermato ieri che parteciperà solo se Stati Uniti, Cina e India avranno chiarito in anticipo la loro volontà di chiudere un accordo. "Le posizioni dell'Unione Europea sono chiare e senza ambiguità" ha ribadito Merkel. "Ora siamo in attesa degli Stati Uniti e di nazioni come Cina e India. Mi spenderò in modo particolare per raggiungere un accordo e se questo ci sarà andrò certamente a Copenhagen. Una sconfitta a Copenhagen riporterebbe la difesa dell'ambiente indietro di anni e non possiamo permetterlo".
Ad oggi circa quaranta capi di stato e di governo hanno confermato la loro presenza alla COP-15, tra i quali Gordon Brown e Nicholas Sarkozy. Il presidente del consiglio italiano non si è ancora pronunciato.
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