Qualcuno sostiene che un anno fa re Alberto del Belgio abbia dovuto faticare parecchio per convincere Herman Van Rompuy ad accettare la carica di primo ministro. Da ieri Van Rompuy (62) è il primo presidente dell'Unione Europea, nuovo ruolo creato dopo la tribolata ratifica del trattato di Lisbona.
Herman Van Rompuy (a destra nella foto) viene descritto come un uomo schivo, con 35 anni di carriera politica alle spalle che lo hanno reso un paziente e abile mediatore. Qualcuno lo accusa di essere un po "matusa", malgrado gestica una sua pagina su facebook (niente amici, solo fan e per ora pochini, meno di mille) e anche un blog personale (in fiammingo...).
Catherine Ashton, baronessa di Upholland in Lancashire, Cathy per gli amici (53), ha sostituito Peter Mandelson nel ruolo di commissario europeo al commercio il 6 ottobre 2008. In questo anno di lavoro la Ashton ha dimostrato grandi capacità, concludendo un accordo commerciale Europa/Corea del Sud e avviandone un'altro di grande rilievo con il Canada. Entro pochi giorni dovrebbe essere in grado di chiudere anche la più annosa disputa commerciale dell'Europa, quella che riguarda il trattamento privilegiato delle banane che vengono importate dalle ex-colonie. Insomma Catherine (a sinistra nella foto) è in gamba e tutti sono convinti che farà bene, anche se i perfidi sottolineano come non sia stata mai eletta ma solo nominata nei suoi incarichi. La Ashton, sposata con due figli, è brutta come solo una brutta donna inglese riesce ad essere, ma pazienza. In fondo nemmeno Massimo D'Alema è un adone.
La stampa europea non ha gradito le nomine. Il Financial Times, già citato nel post precedente, ricorda la vecchia domanda di Henry Kissinger ("Chi devo chiamare se devo parlare con l'Europa?") e si domanda se il nuovo presidente avra l'autorevolezza per imporsi nel ruolo. El Pais scrive senza mezzi termini che "due sconosciuti guideranno l'Europa". Il Guardian rimpiange Blair alla presidenza e definisce "oscura" la Ashton. Liberation si chiede "ma perché loro?" e definisce Van Rompuy "un presidente decorativo". Da parte sua Le Monde intervista l'ex premier Michel Rocard che giudica il tandem Van Rompuy- Ashton "una scelta sbagliata".
Le nomine in realtà non sono cosi sorprendenti. Per cominciare i due ruoli andavano divisi tra popolari e socialisti. Poi era salita alla ribalta la questione di genere, visto che Barroso nominerà una commissione con pochissime donne (vedi post della scorsa settimana) e si erano già alzate le vibrate proteste femminili, a partire dalle vicepresidenti uscenti Margot Wallstrom e Diana Wallis.
Serpeggiava anche un profondo malumore degli stati minori, ostili a consegnare la presidenza a una delle potenze continentali, con la conseguenza di un ridimensionamento del ruolo della Commissione di Barroso. E questo ha tagliato fuori Blair lasciando la presidenza a un candidato di basso profilo come Van Rompuy. A questo punto però la Gran Bretagna andava risarcita con la seconda poltrona, che però non poteva essere destinata a Miliband per le note questioni di genere. Ed ecco quindi spuntare la baronessa che ha riportato D'Alema nel suo ufficio di Italianieuropei.
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