giovedì 25 marzo 2010

E adesso per Obama c'è il clima

Barack Obama ha incassato l'approvazione della riforma sanitaria, anche se delle irregolarità procedurali obbligheranno alla ripetizione del voto. Questo potrebbe essere un problema nella volubile e mercantile Italia, ma negli USA è considerato solo un passaggio formale.
Il prossimo momento cruciale è rappresentato dalla presentazione in senato del Climate Bill, che permetterebbe agli Stati Uniti di presentarsi ai prossimi negoziati ONU con una chiara posizione politica, al contrario di quanto successo al summit di Copenhagen 2009.
Sembrava possibile che il testo di legge fosse diffuso in senato prima delle due settimane di pausa primaverile che avranno inizio il prossimo sabato, ma non sarà così. I senatori torneranno ai loro collegi senza una bozza da valutare, anche se le anticipazioni confermano una ipotesi di riduzione delle emissioni di CO2 al 2020 del 17% rispetto ai valori del 2005. Il senatore John Kerry ha tenuto a precisare che le proposte "non saranno scolpite nella pietra", lasciando aperti gli spazi di mediazione. Oltre al tetto di emissioni il provvedimento si occupa di altre questioni importanti, quali le trivellazioni offshore. Per raggiungere la quota di 60 voti favorevoli il Climate Bill dovrà incassare l'approvazione di alcuni senatori repubblicani.
Resta il dubbio se la vittoria di Obama sul fronte della sanità aiuterà o complicherà il percorso del Climate Bill. Le opinioni sono discordanti.

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