Passata la notte continuo a pensare che l'unico vincitore delle elezioni regionali 2010 sia la Lega di Umberto Bossi, che aumenta il suo consenso ovunque e conquista la presidenza di due regioni.
Non ha vinto certo il PD, ma neppure il PdL, che perde voti e sembra sempre meno un partito e sempre più un fan club del presidente del consiglio.
Non ha vinto l'IDV, anche se stabilizza i consensi delle europee dello scorso anno, nè la sinistra radicale, che a parte il fenomeno Vendola resta moribonda. Non ha vinto l'UDC, che esce dalle elezioni confusa e in calo di consensi, anche se potrà rivendicare il ruolo avuto in Lazio, Liguria e Campania (e, volendo, Puglia).
Comunque la valutazione resta fortemente vincolata agli esiti finali dei duelli in Piemonte e Lazio. Se la destra avesse perso in ambedue oggi il centrosinistra suonerebbe le fanfare e si proclamerebbe indiscusso vincitore. Se, anche perdendo il Lazio, il Piemonte fosse rimasto alla Bresso quasi tutti i commentatori neutrali parlerebbero di un sostanziale pareggio, di un argine all'avanzata leghista, di un Nord ancora diviso, di una inversione di tendenza, ecc. ecc.
In estrema sintesi l'esito delle elezioni regionali 2010 è dipeso dai 9372 voti che dividono Cota e Bresso. Del resto nel 2000 George W. Bush superò Al Gore di molto meno (537 voti) e imbrogliando molto di più.
La differenza è che Mercedes Bresso probabilmente non vincerà mai un Nobel.
Nessun commento:
Posta un commento