Il centrosinistra governa tre regioni adriatiche: Emilia Romagna, Marche e Puglia. Nelle tre regioni i presidenti eletti hanno assegnato l'assessore all'ambiente all'IDV di Antonio Di Pietro.
In Emilia la delega è di Sabrina Freda, anche se il PD Gian Carlo Muzzarelli ha nel suo portafoglio il piano energetico, lo sviluppo sostenibile e l'economia verde. Nelle Marche l'ambiente è per Sandro Donati, fresco transfuga dal PD, ma il presidente Spacca ha tenuto per sè la delega alla green economy. In Puglia Nichi Vendola ha un solo assessore dell'IDV in una giunta di 14: l'ex pm Lorenzo Nicastro all'ambiente.
Ognuna delle tre scelte ha suscitato polemiche. In Emilia si rimpiange il mio amico Lino Zanichelli, assessore uscente PD all'ambiente sacrificato da logiche di geopolitica reggiana. Nelle Marche il PD (e buona parte dell'IDV) non ha gradito l'investitura di Donati, entrato nel partito di Di Pietro solo tre mesi fa. In Puglia la dirigenza dell'IDV voleva assessore Giacomo Olivieri, il consigliere più votato, e pretendeva la delega alla sanità.
Le polemiche, insediate le giunte, saranno presto dimenticate. Resterà una "filiera" di assessori IDV che, se saranno in grado di interagire, potrebbero costruire progetti importanti per la regione adriatica, la frontiera più promettente per lo sviluppo dell'Italia. Il partito di Antonio Di Pietro recentemente sembra credere molto di più sulla centralità delle tematiche "verdi" ed ha insediato assessori all'ambiente anche in molte amministrazioni locali. Al contrario il PD sembra concentrarsi sui settori "classici" quali la sanità, le infrastrutture e i rapporti con le imprese.
Nelle altre regioni dove governa il centrosinistra il PD ha la delega all'ambiente solo in Toscana, con Anna Rita Bramerini. In Umbria è andata ai socialisti (Silvano Rometti), in Basilicata all'UDC (Agatino Mancusi). In Liguria non si sa, perché Burlando ci sta ancora pensando.
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