La tecnologia sta mandando in pensione i fari e le lanterne, così la Spagna ha pensato di convertirli in strutture culturali e turistiche. Meno del 25% dei 183 fari presenti sulle coste spagnole è ancora utilizzato. E sei dei 43 attivi sono stati convertiti in ristorante. Le strutture sono spesso in pessime condizioni, anche perché i guardiani sono in via di estinzione, visto che l'ultimo concorso pubblico di assunzione risale al 1993.
i fari sono proprietà del Dipartimento Segnali Marittimi dei Porti di Stato, che a sua volta dipende dal Ministerio del Fomento, che corrisponde più o meno al nostro ministero delle infrastrutture. una legge del 2003 proibisce di utilizzarli per usi diversi da quello originale, ma il PSOE ha presentato alla camera un emendamento che revoca questo divieto e ne permette la trasformazione in pubblici esercizi, strutture ricettive e museali. E siccome le dimensioni dei fari sono generalmente ridotte è prevista anche la possibilità di un aumento di volume edificato.
L'emendamento normativo prevede che a seconda della distanza dalla battigia le autorizzazioni necessarie alla trasformazione dipendano da diversi soggetti. Per quelli posti letteralmente in mare decide il Consiglio dei Ministri, che invece oggi ha competenza esclusiva su tutte le strutture. Se il faro dista dai 20 ai 100 metri dalla linea di costa la competenza è del ministero.
La proposta sta suscitando un dibattito vivace e molti temono che la riconversione dei fari possa incidere negativamente sul paesaggio costiero. I promotori ribattono che la volontà è quella di lasciare le strutture di proprietà pubblica e che "i fari non potranno essere trasformati tutti in hotel o gallerie d'arte".
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