Non esistono solo in Italia i soloni che lanciano anatemi contro le pale eoliche perché sono "brutte" (saranno belli i tralicci dell'alta tensione). Anche negli Stati Uniti le resistenze agli impianti che producono energia con il vento sono forti, tanto da non avere permesso la creazione di centrali eoliche offshore, in grado di sfruttare i venti marini.
Fino a ieri, quando il segretario agli interni Kenneth Salazar ha autorizzato la costruzione di Cape Wind, una grande centrale progettata al largo delle coste del Massachusets, tra Cape Cod e le isole di Martha's Vineyard e Nantucket.
"Questo è il primo di molti progetti eolici che saranno costruiti sulla costa atlantica" ha detto Salazar commentando la decisione. Cape Wind sarà realizzato a circa otto km da Cape Cod, composto da 130 generatori eolici alti oltre 100 metri per un costo previsto di un miliardo di dollari. La potenzialità dell'impianto è di 454 MegaWatt e la produzione media prevista è di 170, abbastanza da coprire il 75% del fabbisogno della regione. Una pagina sul sito di Cape Wind mostra in tempo reale quanta energia potrebbe essere prodotta dall'impianto e quante emissioni di CO2 e altri gas nocivi risparmiate.
La decisione di Salazar, attesa per lo scorso anno, è stata ritardata da molte voci di opposizione, compreso lo scomparso Edward Kennedy. Particolare attenzione è stata dedicata alle rimostranze degli indiani Wampanoag, che lamentano il pericolo che la vista delle pale possa disturbare il saluto al sole del mattino e che la loro costruzione metta in pericolo reperti ancestrali sul fondo marino. Salazar ha invitato il consorzio di Cape Wind a offrire una compensazione economica di 200.000 dollari l'anno alla tribù Wampanoag, ma gli indiani non sembrano soddisfatti.
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