Partendo dallo zoccolo duro di Wittgenstein, uno dei blog italiani più visitati, Luca Sofri da lunedi ha messo in rete Il Post, un quotidiano on line con ambizioni serie. Sofri non ha nascosto che tra le sue principali ispirazioni c'è The Huffington Post, il blog americano che ha cambiato la reputazione dell'informazione web, ma ci ha messo molto del suo.
Ho voluto aspettare alcuni giorni per commentare gli esordi de Il Post, osservandolo e leggendolo con attenzione. Il sito è ben fatto e curato, graficamente minimalista e molto bianco come vuole la moda corrente, vedi il fresco restyling di Repubblica. La mia obiezione è sulla mancanza di una sezione dedicata a energia, clima e ambiente, mentre abbondano i riferimenti tecno-geek, come già su Wittgenstein.
Il Post ospita dieci blog d'autore, uno è lo stesso Wittgenstein. Tra gli altri nove alcuni sono autorevoli ma abbastanza prevedibili, come quelli di Giovanni Floris e Marco Simoni. Uno decisamente dirompente: quello di Flavia Perina, direttore de Il Secolo d'Italia. E non a caso su Wittgenstein oggi c'è un post dal titolo "La destra che è uguale alla sinistra" in cui Luca spiega perché è stato irretito dalla giornalista preferita da Gianfranco Fini.
Sono gli anni '10, bellezza. Mai come adesso siamo a sud di nessun nord. Non è un caso che in questi giorni il PD presti molta più attenzione a quello che dice Fini piuttosto che alle dichiarazioni del suo segretario.
Luca Sofri è figlio di un padre famoso (per alcuni famigerato, ma per me una mente lucidissima) che gli ha trasmesso una straordinaria curiosità intellettuale e un certo snobismo gauchista in cui - confesso - faccio fatica a non riconoscermi. Una volta siamo stati anche a cena assieme, nel secolo scorso, per tramite di una amica comune. Alla Perina io però non sarei riuscito ad arrivare, non sono abbastanza "avanti", immagino.
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