Da domani l'Hotel Maritim di Bonn ospiterà la prima sessione ufficiale di negoziati ONU sul clima dopo la COP-15 di Copenhagen. In realtà ci sono stati due "colloqui informali" a Tokio e Mexico City, nel corso dei quali alcuni osservatori hanno registrato un "atteggiamento costruttivo".
L'UNFCCC si ritrova con le dimissioni di Yvo de Boer sul tavolo e 170 delegazioni governative che cercano di capire quali possono essere gli obiettivi praticabili per la COP-16 che comincerà il 29 novembre a Cancun.
Il programma dei negoziati è piuttosto scarno e la sessione durerà solo tre giorni, almeno un paio meno del solito. In pratica si deciderà solo come e quando riunirsi di nuovo prima di Cancun. Ma già stasera sono in programma incontri politici dei vari gruppi: piccoli stati insulari, paesi meno sviluppati, African Group e soprattutto G77+Cina, che da soli rappresentano la maggioranza assoluta dei paesi ONU e mai come oggi sono stati divisi al loro interno, con nazioni come Brasile, Cina, India e Sud Africa che hanno aderito al Copenhagen Accord e molti piccoli paesi che restano fieramente opposti.
"Non credo che il Copenhagen Accord possa essere la base del nuovo trattato" ha voluto dire la settimana scorsa il segretario uscenbte Yvo de Boer. Insomma, si ricomincia.
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