Secondo la relazione del ministro dell'economia le tariffe dell'acqua potabile nel 2009 sono aumentate del 5.9%.
Il ministero è ovviamente felice di comunicare un dato che si riferisce alla gestione locale, così come quello dei rifiuti (+4.5%). Così il capoclasse 3monti potrà nuovamente incolpare gli enti locali, continuando il disegno alla base della manovra finanziaria.
Al di là dei perfidi disegni del governo della destra la verità è che l'acqua in Italia costa troppo poco. Talmente poco da non essere considerata un bene prezioso. Talmente poco che, se uno scarico di WC perde, conviene lasciarlo scorrere piuttosto che chiamare un idraulico. Se invece perde il serbatoio di benzina dell'auto si corre dal meccanico.
Oltre i referendum, oltre il principio imprescindibile che l'acqua è un diritto, in una società evoluta, abituata a consumi voluttuari anche in tempi di crisi, il valore di un bene lo da il suo prezzo. Il prezzo dell'acqua dovrebbe crescere almeno del 100%. Naturalmente dovrà essere garantita una fascia sociale a tariffa ridotta, sufficiente a mantenere a costi minimi i consumi familiari. Ma l'aumento è necessario ed eticamente doveroso. Per chi non aggiusta gli scarichi, per chi ci riempie le piscine, ci lava le macchine e innaffia i prati.