La sessione di negoziati sul clima in corso da lunedì a Bonn ha avuto un avvio piuttosto stentato. Grande parte della prima giornata è stata persa per ricomporre l'atto di vandalismo compiuto nella sessione precedente di giugno nei confronti dell'Arabia Saudita, la cui targa era stata sottratta per essere spaccata in due, buttata in un WC con tanto di foto ricordo. Gli autori erano stati poi individuati in due attivisti di WWF e uno di Oxfam, i quali intendevano protestare perché l'Arabia Saudita, spalleggiata da Kuwait e Qatar, si era opposta alla creazione di un gruppo di studio sugli effetti del riscaldamento globale chiesto dall'Associazione dei Piccoli Stati Insulari (AOSIS). Lunedì i responsabili delle due organizzazioni hanno presentato formali scuse ai Sauditi, che le hanno accettate.
Ieri invece, dopo avere perso varie ore negoziando su come negoziare, si sono finalmente aperti i tavoli dei due ad hoc working group e dei sottogruppi. Tra questi il più importante è quello dove si discutono le "questioni legali", ovvero se e come dare continuità al protocollo di Kyoto, in scadenza nel 2012. Al centro della discussione la possibilità di un gap tra il protocollo in scadenza e la ratifica di un nuovo accordo. Ma qui i discorsi si fanno troppo tecnici ed evito di addentrarmi.