La settimana di negoziati sul clima di Bonn si sta avviando alla conclusione e molti si chiedono cosa si riuscirà a decidere alla COP 16 di Cancun, a cui mancano ormai meno di quattro mesi.
Artur Runge-Metzer, uno dei capidelegazione dell'Unione Europea a Bonn, ha confidato alla Reuters di ritenere che Cancun sarà "un grande passo avanti" nel cammino verso il nuovo accordo, che verrebbe siglato solo nel 2011. E le voci che parlano di una estensione di altri due anni del protocollo di Kyoto, che scadrebbe nel 2012, si fanno sempre più accreditate.
Sugli esiti della COP16 pesa la decisione del Senato americano di non legiferare sul clima entro l'anno in corso, lasciando il Climate Bill per tempi migliori. Tuttavia lo storico capo negoziatore USA Todd Stern sostiene che la posizione americana non è cambiata e gli obiettivi annunciati lo scorso anno a Copenhagen saranno mantenuti (-17% di emissioni al 2020, -80% al 2050). "Non esiste nessun piano B" ha ribadito Stern.
Ieri intanto a Bonn un delegato dei paesi in via di sviluppo ha chiesto che il computo delle emissioni sia calcolato sul valore storico pro-capite, che ovviamente favorisce le popolose economie rampanti come Cina, India e Brasile e mette in seri guai Europa e Nord America.
Oggi a Bonn il capo delegazione del Messico Luis Alfonso De Alba ha dichiarato che il nuovo protocollo di Kyoto potrebbe essere uno e trino ed essere approvato a Cancun. Al vecchio protocollo, mai sottoscritto dagli USA e che non comporta obblighi per i paesi in via di sviluppo, sarebbero affiancati altri due documenti, che riguarderebbero i ruoli degli Stati Uniti e dei paesi emergenti.