lunedì 1 novembre 2010

Quella notte di maggio e i giornali

Di questa squallida storia di minorenni disposte a tutto e anziani facoltosi capi di stato affetti da priapismo siamo già stufi. Del resto Berlù ormai ci ha narcotizzati, reiterando comportamernti inaccettabili in qualunque altro paese e rendendoli quindi "normali". Non riusciamo ad indignarci e ormai neppure a stupirci. "Il mio stile di vita è questo e ne sono orgoglioso" conferma il vecchio satiro. Da destra nessuno ribatte o commenta, tantomeno le donne in carriera del PdL: Brambilla, Gelmini, Prestigiacomo, Meloni, Carfagna. Che tristezza.
E oggi la prosperosa giovane marocchina compie i fatidici 18 anni. Quindi dalle foto pubblicate sono sparite le sfocature sugli occhi.  Niente potrà più tenerla lontana dalle telecamere e dai talk show, a parte le cifre di ingaggio. Ruby avrà certo già affidato tutto al suo agente (Lele Mora?). Questo sì che è un affido serio, altro che la Minetti.
La cosa forse più interessante di questa storia è l'atteggiamento della stampa. E parlo solo dei quotidiani principali, perché la TV non merita analisi di dettaglio. La prima a buttarsi a pesce sull'intrigo è stata, ovviamente, La Repubblica, che ha pure riferito dettagli improbabili (la cena di Ruby con Berlù, Canalis, Clooney e Santanché) poi non più citati. Il Corriere si è mosso con più cautela, ma ogni giorno con maggiore rilievo e ieri dedicava al caso da pagina 2 a pagina 9. La Stampa, che ha scelto da tempo una linea editoriale di aplomb, non ha voluto neppure pubblicare le foto della ninfetta. A Roma Il Messaggero è severo ma non enfatizza.
I più divertenti sono ovviamente i giornali della destra, che stavolta non sanno davvero che pesci pigliare. Il Giornale di famiglia oggi pubblica una  versione alternativa dei fatti, che peraltro tutti gli altri media danno per conclamati. In pratica Feltri pubblica la difesa di Berlù, quello che potrebbe dichiarare se fosse convocato dai magistrati. "Nessun abuso, ho solo cercato di dare un aiuto" ribadisce il generoso premier, che ci tiene a dire anche che non fu lui a inventarsi parentele con Mubarak, ma la stessa Ruby (ma il rapporto di polizia dice il contrario). Berlù poi conferma di avere chiesto alla signorina Minetti (foto) di intervenire direttamente per l'affido. Anche raccontato così, l'intervento diretto del presidente del consiglio appare comunque sempre ingiustificabile.
Il migliore, il vincitore assoluto del premio fedeltà e propaganda, resta comunque Maurizio Belpietro. Il direttore di Libero, seguendo la teoria della narcosi da normalizzazione di cui parlavo sopra, scrive oggi un editoriale il cui incipit è: "La storia è piena di capi di Stato puttanieri." Il resto ve lo lascio immaginare.

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