A una settimana dall'inizio della COP 16 di Cancun è il caso di riepilogare lo stato dell'arte dei negoziati sul clima. Per farlo conviene tornare agli esiti del recente meeting G20 di Seoul, l'ultimo imcontro dei leader mondiali prima della COP 16 messicana. Infatti, al contrario di quanto accaduto a Copenhagen lo scorso anno, a Cancun non è prevista la presenza massiccia dei capi di stato e la maggior parte delle delegazioni saranno guidate da un ministro.
Il G20 si è concluso con l'adozione del Seoul Action Plan, un documento in 74 punti in cui si parla anche di cambiamenti climatici e green growth (punti 66-68 a pagina 18 di questo testo). Anche la dichiarazione finale dei leaders al paragrafo 14 recita: confermiamo il nostro impegno determinato a combattere il cambiamento climatico, come descritto nel documento adottato dai leader a Seoul. Apprezziamo la relazione del presidente (messicano, ndr) Calderon sullo stato dei negoziati ONU sul clima, così come quella del primo ministro (etiope, ndr) Meles Zenawi sulla relazione che il gruppo di esperti ha presentato al segretario generale delle Nazioni Unite sul tema dei finanziamenti per i cambiamenti climatici. Faremo di tutto perché Cancun si concluda in modo bilanciato e positivo.
In che cosa si tradurrà questo impegno per un balanced and successful outcome non è ancora chiaro ma, come si dice in questi casi, la "volontà politica" è ribadita chiaramente. (1/continua)
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