mercoledì 16 febbraio 2011

La guerra dei sacchetti

L'applicazione del divieto di utilizzo di sacchetti di plastica da parte del Governo potrebbe essere stata troppo frettolosa. Del resto Sostenibilitalia aveva già riportato i dubbi dei produttori sulla solidità legale del provvedimento. Gli sviluppi sono raccontati da Eco dalle Città che riferisce del ricorso al TAR Lazio presentato da Unionplast, l'associazione industriale di categoria che si era già opposta a provvedimenti presi a livello comunale, come a Torino. Le motivazioni di Unionplast, che il 21 gennaio ha anche acquistato una pagina de Il Sole 24 Ore per difendere le aziende in crisi del settore, sono basate sulla direttiva europea 94/62 sugli imballaggi secondo la quale un contenitore deve soddisfare almeno uno di quattro requisiti: essere riutilizzabile, essere riciclabile, essere recuperato per produrre energia ed essere biodegradabile. Unionplast indica come gli shopper rispondano a tre requisiti su quattro e siano quindi perfettamente a norma. E ricordano il caso della Francia, che fu costretta a fare marcia indietro su un provvedimento simile emanato nel 2007.
Oltre la battaglia legale le aziende lamentano come la decisione improvvisa abbia gettato il settore in crisi (qualche centinaio di aziende con circa 4000 addetti), ma in questo caso la riconversione sembra fattibile. Del resto che fine hanno fatto i produttori di carta carbone con l'arrivo delle fotocopiatrici?

2 commenti:

  1. ........decisione improvvisaaaaaaaaa?????????
    Sandra

    RispondiElimina
  2. Improvvisa, sì. Perché non pianificata ma annunciata all'ultimo momento, quando molti si aspettavano l'ennesimo rinvio. Se si fosse programmato un phasing out graduale e fosse stato redatto un quadro normativo completo e coerente il sacrosanto abbandono dei sacchetti non sarebbe finito in tribunale, con il concreto rischio dell'azzeramento.

    RispondiElimina