Nella zona proibita 20 Km attorno a Fukushima ci sono almeno 370 allevamenti di bestiame, dove secondo le stime vivevano 4.000 mucche, 30.000 maiali, 630.000 polli e 100 cavalli. La evacuazione forzata degli allevatori a distanza di oltre un mese ha già causato la morte di molti animali, particolarmente quelli legati o chiusi nei recinti. Altri vagano senza meta per le strade e i campi vietati agli umani.
Oggi una squadra di sei persone, compreso un veterinario, è entrata in azione nella zona proibita per controllare gli animali. La missione consiste nel terminare quelli indeboliti e agonizzanti e disinfettare le carcasse. Secondo il governo le uccisioni avverranno solo dopo avere ottenuto il consenso dei proprietari, anche se non sembra così semplice risalire ai singoli allevatori e rintracciarli nei centri di accoglienza degli sfollati.
Il problema degli animali si ripropone anche nelle nuove zone di evacuazione oltre i 20 Km dalla centrale decise due giorni fa dal governo giapponese. In questi villaggi prevale l'economia agricola e zootectica e vivono circa diecimila persone, di cui seimila ancora da evacuare. Ma ci sono anche diecimila mucche, che i loro allevatori non hanno smesso di accudire. Si tratta per lo più di mucche di razza pregiata allevate per la loro carne. Spostare altrove diecimila mucche è complicato almeno quanto evacuare le persone.
Nel frattempo il governo ha reso note le condizioni di brevi ritorni nelle proprie case per i residenti evacuati. Per mantenere l'esposizione alle radiazioni al di sotto di un millisievert il tempo massimo consentito di permanenza è di cinque ore. Può ritornare solo un membro del nucleo familiare, con esclusione assoluta degli under 15 e degli anziani. Proibito portare fuori dalla zona proibita cibo o animali allevati. Le autorità non hanno ancora deciso se autorizzare il recupero delle auto e degli animali da compagnia. Tutti coloro che entrano nella zona proibita dovranno indossare tute protettive e sottoporsi a trattamenti antiradiazioni all'uscita.
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