Lo scorso fine settimana folti gruppi di dimostranti francesi, tedeschi e svizzeri si sono radunati alla centrale atomica francese di Fessenheim, sulle rive del Reno al confine con la Germania (c'è anche il sito Stop Fessenheim). Il reattore 1 della centrale risale al 1977 e secondo alcuni non sarebbe in grado di resistere ad eventi imprevisti come un terremoto o un alluvione.
La ministra francese dell'ecologia Nathalie Kosciusko-Morizethha (meglio nota come NKM, fertile bloggista) ha ribattuto che nessuna decisione in merito alla chiusura di Fessenheim sarà presa prima della conclusione degli stress test sulle centrali concordati in sede europea.
La Francia ha 58 centrali nucleari, con il record mondiale di produzione: oltre il 74% del totale nazionale. Anche l'economia nazionale gira attorno al nucleare, con colossi come Areva e EDF tra i leader globali. Non a caso Nicholas Sarkozy è stato il primo capo di stato a visitare il Giappone dopo l'incidente di Fukushima. E malgrado che le vicine Germania, Svizzera e Italia abbiano voltato le spalle al nucleare la Francia va avanti sparata. Ieri Sarkozy ha annunciato l'investimento di un miliardo di Euro nella ricerca nucleare. Un miliardo è una bella cifra, ma una centrale come quella che ENEL e i Francesi volevano costruire in Italia costa oltre quattro miliardi. "Le nostre centrali costano di più perché sono più sicure" ha detto Sarko, aggiungendo che "oggi non c'è alternativa all'energia nucleare".
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