I negoziati sul clima di Bonn sono entrati nella seconda settimana con qualche spiraglio di ottimismo. Dopo un inzio stentato le ultime giornate hanno portato qualche passo avanti concreto, anche se le posizioni restano distanti.
La possibilità di accordo su un secondo periodo del Protocollo di Kyoto resta remota. Dopo lo sfilarsi di Canada, Russia e Giappone e la continua distanza degli USA, resta solo il blocco europeo a sostenere la necessità di una Kyoto 2, ma non può bastare. Il capo negoziatore di Bruxelles Artur Runge-Metzger ha confermato che l'Europa è disponibile "solo se tutte le maggiori economie mondiali faranno altrettanto". Del resto l'Europa produce solo il 12% del CO2 mondiale. Eppure oggi sul web è circolata una notizia non verificata secondo cui l'Europa sarebbe disponibile a siglare comunque un Kyoto 2 a Durban. Sembra improbabile.
Nel gruppo di lavoro di Bonn sul protocollo di Kyoto AWG-KP alcuni stati hanno avanzato la proposta che la discussione proceda solo con gli stati che hanno manifestato interesse in un nuovo trattato, ma i più realisti hanno ribattuto che la sala sarebbe diventata "piuttosto vuota".
Nei corridoi di Bonn si parla anche con insistenza della necessità di mettere in calendario altri meeting prima della COP 17 di dicembre. Il Sudafrica avrebbe ricevuto la richiesta di ospitare uno o due incontri tra settembre e ottobre ma i paesi occidentali, che pagano le riunioni, non si sono ancora pronunciati sul finanziamento dei meeting.
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