Nel testo della manovra finanziaria che il governo ha inviato al Quirinale ricompaiono i tagli agli incentivi per le energie rinnovabili. L'art. 35 recita: "Allo scopo di ridurre il costo finale dell'energia per i consumatori e
le imprese a decorrere dal primo gennaio 2012
tutti gli incentivi, i benefici e le altre agevolazioni, comunque
gravanti sulle componenti tariffarie relative alle forniture di energia
elettrica e gas naturale, previste da norme di legge o da regolamenti
sono ridotti del 30 per cento rispetto a quelli applicabili alla data
del 31 dicembre 2010". Ancora una volta il governo e la destra dimostrano l'ottusità, la mancanza di prospettive e di pianificazione, l'incapacità di cogliere le opportunità di sviluppo. E ancora una volta le associazioni di categoria, più che gli ecologisti, insorgeranno per le norme che penalizzano l'unico settore in crescita dell'economia italiana e mondiale.
La richiesta dei tagli, formulata in consiglio dei ministri dall'ineffabile Calderoli, era stata in un primo momento respinta. La ministra invisibile dell'ambiente in merito all'ipotesi di una reintroduzione aveva dichiarato: “Non vedo come ciò possa accadere. Il
Consiglio dei Ministri, dopo ampio e approfondito dibattito, ha
approvato la manovra senza quella norma. Non comprendo come si possa
ipotizzare una sua reintroduzione”.
Complimenti a Prestigiacomo, come sempre decisiva.
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