Il settore marittimo del trasporto merci sarà il primo a mettere in pratica misure globali per il contenimento delle emissioni di gas serra. La decisione è stata presa dalla International Maritime Organization (IMO), l'agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di trasporto marittimo. Il 90% del totale delle merci vengono trasportate lungo le vie d'acqua tramite circa 60.000 navi cargo.
L'accordo prevede che le nuove navi costruite dopo il 2013 dovranno ridurre le emissioni del 10%, quelle dopo il 2020 del 20% e dopo il 2024 del 30%. Ma i paesi in via di sviluppo, Cina in testa, hanno ottenuto una moratoria di sei anni. Quindi nel loro caso le restrizioni avranno inizio nel 2019.
Quanto incide il trasporto marittimo sulle emissioni globali? Secondo le stime dell'IMO ll 3%, ma un rapporto BP del 2007 indica 600-800 milioni di tonnellate di CO2 l'anno, ovvero circa il 5%. Senza interventi questa quota dovrebbe raddoppiare entro il 2050. Esiste anche un sito per calcorare le emissioni prodotte dalle navi, utilizzando come fattori il tonnellaggio, il carburante utilizzato e la percentuale di zolfo.
Infatti oltre al CO2 le navi producono anche notevoli emissioni nocive di anidride solforosa e di polveri sottili, da tempo nel mirino della Commissione Europea. Così Bruxelles ha proposto una riduzione dello zolfo nei olii combustibili pesanti utilizzati dalle navi, che entro il 2015 dovrebbe scendere dall'1.5% allo 0.1% in zone sensibili come il mar Baltico, il mare del Nord e il canale della Manica (nel diesel che troviamo alle pompe lo zolfo non supera lo 0,001%). Secondo la Commissione i costi di questa conversione, che oscillerebbero tra 3 e 11 miliardi di Euro, sarebbero comunque molto inferiori ai risparmi nella salute pubblica, stimati tra i 15 e i 34 miliardi.
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