La notizia sembrava di quelle epocali: il fucile mitragliatore Kalashnikov non sarà più acquistato dall'esercito russo. E via con i commenti, gli amarcord, i coccodrilli su tutta la stampa del mondo.
Andando a cercare fonti meno popolari si scopre che la realtà è molto diversa. La Russia non compra più Kalashnikov già da una quindicina di anni e lo fa per un motivo molto semplice: ne ha troppi. Secondo il generale Nikolay Makarov, comandante in capo delle forze armate russe, le riserve di armamenti del paese sono enormi, "decine di volte superiori alle nostre necessità".
Così il Kalashnikov AK-74, evoluzione del primo AK-47, resterà l'arma più usata dall'esercito russo e dagli oltre cinquanta altri eserciti che lo hanno in dotazione in girro per il mondo. Alcune armi russe più moderne, come il Nikonov AN-94 Abakan o l'AEK-971 hanno prestazioni migliori. Ma secondo alcuni esperti necessitano di una manutenzione maniacale e sono solo un poco più precise, attorno al 10%. Non abbastanza da soppiantare un oggetto da guerra costruito in oltre cento milioni di pezzi, talmente semplice e rustico da poter essere pulito anche lavandolo con acqua corrente. Anche per questo è sempre stato l'arma preferita dalle guerriglie di ogni continente. E continuerà ad esserlo.
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