lunedì 12 dicembre 2011

Durban e i governi locali

Le città e le autorità locali non escono bene dalla COP17 di Durban. L'accordo finale della conferenza ha superato le aspettative, ma ogni decisione e processo sembra relegata al livello governativo. Lo scorso anno alla COP16 di Cancun una risoluzione storica dell'assemblea generale aveva formalizzato la figura dei "governmental stakeholders", riconoscendo agli eletti (parlamentari e rappresentanti delle autorità locali) un ruolo politico che li differenzia dagli altri "portatori di interessi" o lobbysti delle varie categorie.
Nei documenti finali approvati a Durban all'alba di domenica non ci sono riferimenti alle città o al livello locale. Si parla, in alcuni casi, di "subnational level", termine che è stato preferito al "local level" da sempre rivendicato dai rappresentanti di città e territori. Nel documento conclusivo del gruppo di lavoro sul protocollo di Kyoto AWG-KP non c'è alcuna citazione in merito. 
Il documento finale del gruppo di lavoro sulla cooperazione a lungo termine AWC-LCA, che deve "dare la linea" sulla riduzione delle emissioni e le strategie di adattamento, cita una volta (pag. 18, comma 100) il "livello subnazionale" e al comma 105 di pag. 19 cita "organizzazioni, centri e network subnazionali".
La decisione approvata sui piani nazionali di adattamento ai cambiamenti climatici  parla di livelli subnazionali (ma "sotto la guida dello stato") nel comma 18 a pag. 3 e poi cita il livello subnazionale nella preparazione e nella messa in pratica dei piani nazionali di adattamento.
Inutile dire che la mancanza di riferimenti diretti alle città e al livello locale è molto deludente e, ad essere sinceri, un passo indietro rispetto alle COP precedenti. Non traggano in inganno i vari riferimenti al "livello regionale" presenti nei documenti. Nel linguaggio ONU il livello regionale è sovranazionale, inteso come regione geografica.
Politicamente le città e i governi locali pagano il fatto che in molte nazioni in via di sviluppo i sindaci e le altre autorità territoriali non sono eletti, ma nominati dal governo centrale, quasi fossero una sorta di prefetti. Questo impedisce ai governi locali di rivendicare un ruolo politico a livello globale.

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